ISTRUZIONI PER L'USO

IL TALLONE D'ACHILLE è pensato per scrivere libri, direttamente su questo blog. Qui comincia l'Eredità di Michele, l'ultimo scritto. Il precedente è stato interrotto, si vede che doveva maturare. Qui trovate IL primo LIBRO, col suo indice ed i post che lo compongono.
I "libri" raccolgono commenti, critiche e suggerimenti di chiunque voglia partecipare con spirito costruttivo. Continuano un percorso iniziato con le Note scritte su Facebook , i cui contenuti sono ora maturati ed elaborati in una visione d'insieme, arricchiti da molti anni di esperienze diverse e confronti con persone diverse.

I Post seguono quindi un percorso logico che è bene conoscere, se si vuole ripercorrere il "discorso" complessivo. Naturalmente è possibile leggere singoli argomenti ai quali si è interessati. Argomenti spot - che spesso possono nascere dall'esigenza di commentare una notizia - saranno trattati in pagine dedicate.

Buona partecipazione!


FINANCIAL TIME: MONTI NON HA SALVATO L'ITALIA


Perfino il prestigioso giornale inglese della finanza, per bocca del suo miglior commentatore, Wolfang Munchau, diventa impietoso nel valutare l'operato del governo Monti. In quest'articolo : "Monti is not the right men to lead Italy"  (Monti non è l'uomo giusto per guidare l'Italia) il giudizio è senza appello. Il governo ha sbagliato a valutare l'impatto dell'austerità. Risultato: una lunga e profonda recessione; crisi del credito alle aziende; aumento della disoccupazione; caduta della produzione, dei consumi e della fiducia degli operatori.
La discesa dello spread è dipesa esclusivamente dall'azione della BCE e non è conseguenza delle politiche di austerità. Quindi, non è Monti ad aver salvato l'Italia dagli attacchi speculativi, ma Draghi.


L'Italia ha tre opzioni per il suo futuro, aggiunge l'articolo:

1) Rimanere nell'Unione Europea e sopportare da sola il costo dell'aggiustamento, tagliando il costo del lavoro e l'inflazione.

2) Puntare ad una condivisione dei sacrifici fra paesi creditori e paesi debitori, all'interno dell'Unione.

3) Lasciare l'Eurozona.


Tutti i governi hanno scelto però una quarta opzione: rimanere nell'euro e provare a focalizzarsi su aggiustamenti fiscali interni di breve periodo, aspettando... (il miracolo, aggiungo io).

Nessuno spinge razionalmente per costringere i partner europei (Germania in testa) a fare la loro parte, puntando ad un sistema bancario unificato e con piena garanzia sui depositi; ai bond Europei (in sostituzione dei titoli dei singoli stati); ad una politica più espansionista da parte di Berlino.


Dalla campagna elettorale non emergono speranze per un cambiamento di rotta; la probabile mancanza di una maggioranza univoca impedirà qualsiasi azione efficace. La coseguenza è che, negli anni a venire, monterà nel paese la voglia e la determinazione di uscire dall'Euro.

La storia ricorderà Monti come Heinrich Bruning, cancelliere tedesco dal 1930 al 1932, anche egli sostenitore convinto della mancanza di alternativa all'austerità (di li a poco il nazismo trascinerà l'Europa nella seconda guerra mondiale, nda).

Qui finisce l'articolo. Ed è già tanto.  


Aggiungiamo però alcune considerazioni importanti sulle soluzioni indicate, che vengono presentate come le uniche veramente utili per salvare l'Italia.

La prima opzione ci riconduce al messaggio di Bini Smaghi che abbiamo visto pochi giorni fa: svalutiamo i salari, calerà l'inflazione e torneremo ad essere competitivi. Grazie, non fumo.

La seconda opzione ci conduce ad una prospettiva più accettabile: collaboriamo fra partner europei, invece di competere, e la vita diventerà migliore per tutti. 
Vero, verissimo... ma: collaboriamo a fare che ? A sostenere il sistema finanziario, ci dice il messaggio: sistema bancario unificato con garanzia dei depositi (sic!). 

Ma lo vogliamo dire che fino a quando il sistema bancario non sarà curato dal cancro della finanza non può e non deve essere salvato, soprattutto con i soldi nostri ?  Beh.. certo non sarà il FT a suggerirlo, visto che la Gran Bretagna è la patria della finanza.

Eppure è evidente, giudicando dai fatti e dalle montagne di denaro usate per questo scopo, che la priorità numero uno dell'Unione Europea sia proprio questa: salvare il sistema finanziario con soldi pubblici senza far nulla per estirpare alla radice il suo male incurabile. 

Per continuare a poter salvare il sistema bancario (privato !) con i nostri soldi  bisogna essere disposti perfino a prendere in considerazione l'idea degli Eurobond, titoli di debito europei dove il rischio è condiviso. Da usare per il rilancio della crescita (allentare un po' la tensione, che rischia altrimenti di far scoppiare brutte cose..). il messaggio di fondo dell'articolo sembra alla fin fine proprio questo; è indirizzato all'Europa intera, Germania in testa.

Fino a quando però, aggiungo io, i soldi continueranno ad essere presi a prestito dal sistema finanziario, e verranno usati per coprire i guasti prodotti dalle bolle speculative, senza intervenire ad impedire che si continui sulla medesima strada, il problema non si può risolvere. Si rimanda e incancrenisce. Inutile farsi illusioni: è come portare acqua con un colabrodo.

Uscita dall'Euro. Prima si dice che è una opzione efficace, poi non se ne parla più, affermando  che sarà solo il fallimento della politica a renderlo inevitabile.

Personalmente credo che perseguire l' obiettivo della collaborazione con i partner europei sarebbe la cosa migliore da fare. Se non dovesse essere  possibile, però, per mancanza di accordo, allora non ci sono dubbi: mille volte meglio liberarsi da vincoli assurdi e dannosi. Non saremmo comunque da soli, in questa ipotesi, visto che sono davvero tanti i paesi che ci stanno rimettendo le penne, accettando questa mala politica.

Il vero ostacolo alla cooperazione, al momento, è in questa classe dirigente europea - non solo italiana - che è monotematica, e persa. E' collusa con il grande capitale finanziario internazionale, del quale tutela gli interessi e dal quale trae ricchezze e privilegi. La sua prima ed unica preocupazione è quella di evitare o rimandare l'inevitabile sgonfiarsi della bolla speculativa. 

Sanno che ha avvelenato il sistema finanziario; l'economia reale, nella quale aziende e lavoratori producono i beni ed i servizi utili alla società e che non a caso non ottengono più risorse; le nostre vite, sconvolte da una crisi ingiusta ed esagerata.  

Ma annaspano, nel tentativo di inventare soluzioni in grado di evitare l'inevitabile: è troppo grande la voragine che la finanza ha creato con le proprie follie per poter essere colmata dal nostro sangue. Ci provano egualmente, con evidente disperazione ed incoerenza, perché sanno che lo svanire di quella ricchezza di carta si porterà con se i privilegi, le ricchezze ed il potere che una cerchia troppo ristretta e troppo sfacciata di persone ha accumulato in questi decenni.

 p.s... Draghi non ha salvato l'Italia.. ma le banche creditrici...

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