ISTRUZIONI PER L'USO

IL TALLONE D'ACHILLE è pensato per scrivere libri, direttamente su questo blog. Qui comincia l'Eredità di Michele, l'ultimo scritto. Il precedente è stato interrotto, si vede che doveva maturare. Qui trovate IL primo LIBRO, col suo indice ed i post che lo compongono.
I "libri" raccolgono commenti, critiche e suggerimenti di chiunque voglia partecipare con spirito costruttivo. Continuano un percorso iniziato con le Note scritte su Facebook , i cui contenuti sono ora maturati ed elaborati in una visione d'insieme, arricchiti da molti anni di esperienze diverse e confronti con persone diverse.

I Post seguono quindi un percorso logico che è bene conoscere, se si vuole ripercorrere il "discorso" complessivo. Naturalmente è possibile leggere singoli argomenti ai quali si è interessati. Argomenti spot - che spesso possono nascere dall'esigenza di commentare una notizia - saranno trattati in pagine dedicate.

Buona partecipazione!


ILPROCESSO LEGITTIMO, LA VERITA' STORICA E L'IDENTITÀ NAZIONALE


Non mi piacciono i processi, ma a volte sono proprio necessari.

Molti, come me, sono dell'opinione (opinabile) che il nostro Paese sia stato ripetutamente tradito da vari personaggi, più o meno noti, che avrebbero dovuto rappresentare gli interessi del popolo italiano nelle Istituzioni, e invece da lì, proprio da dentro alle Istituzioni, li hanno svenduti ad interessi stranieri.

Quello che è certo, è che tutti noi abbiamo immagini abbastanza superficiali e romanzate di quello che è realmente accaduto in Italia. Il dubbio è legittimo. Ma il dubbio fa male, semina veleni di cui non abbiamo certo bisogno.

Molti libri, i migliori dei quali fanno riferimento a documenti ufficiali e riscontrabili, sostengono questa opinione, rafforzandola e avvicinandola ad una vera e propria "convinzione" (che, in quanto tale, non è più opinabile, anche se non è ancora una "verità" riscontrabile e riconosciuta). Alcuni di questi libri sono più chiari, coerenti ed oggettivi, altri meno; altri ancora sono romanzati, ma non per questo meno efficaci. Il quadro che ne esce è tristissimo e, sebbene non sempre coerente ed univoco su modalità, tempi e ruoli svolti dalle diverse parti in gioco, rafforza comunque l'idea di fondo: "l'interesse italico è stato ripetutamente tradito". Idea che, per di più, risuona ampiamente con la realtà che abbiamo sotto gli occhi, di un insieme di leggi che stridono con i principi sacrosanti scolpiti nella Costituzione, sistematicamente e palesemente ignorati e violati, mentre spianano la strada ad evidenti interessi di gruppi stranieri che comprano a prezzi da saldo pezzi importanti della nostra economia.

Questo il quadro che ne emerge, e i dubbi da chiarire, una volta per tutte.


1) L'Italia unita, è nata per un diffuso e consapevole sentimento popolare nazionalistico? O, piuttosto, per disegni e azioni di pochissimi, e non sempre trasparenti, e non sempre "locali"?

2) Il fascismo è stato un moto popolare veramente nazionalistico? Oppure voluto, sostenuto ed infine deviato da interessi stranieri? L'Italia del dopoguerra, sebbene molto diversa dalla prima, si è liberata dalla dittatura fascista e dalle oscure ingerenze straniere che l'hanno deviata? O, piuttosto, è rimasta impastoiata in torbidi legami fra:
- un discreto nucleo di gerarchi fascisti rimasti ben dentro le Istituzioni;
- frazioni dei servizi segreti nostrani e stranieri;
- frange della massoneria;
- famiglie appartenenti alla malavita organizzata;
- pezzi delle gerarchie ecclesiastiche;
- pezzi della borghesia industriale.
Tutti che "piazzano" loro uomini nelle Istituzioni. Complici (o testimoni) colpevolmente silenziosi, i due maggiori partiti popolari di allora: la DC ed il PCI. 

Apro una parentesi, doverosa perché l'ultima circostanza, qualora verificata, risulta particolarmente dolorosa e difficile da riconoscere e digerire per me come per moltissimi italiani, trattandosi di partiti di massa che hanno rappresentato, e nel vero senso della parola, almeno due terzi della popolazione: 

(Mi sono sempre domandato perché persone per certi versi così grandi come quelle che hanno fatto dell'Italia del dopoguerra la nazione a più rapida crescita del mondo si siano persi nelle nebbie della menzogna, e non abbiano trovato il coraggio, chiaro e coerente, della denuncia. Certo, guerra fredda e altri interessi assai forti, non sono ostacoli da poco. Non li ignoro né li sottovaluto. Credetemi, non lo sottovaluto affatto. Ma ho sempre pensato che la "statura morale" di alcuni avrebbe dovuto superare anche quegli ostacoli

In nome della Verità. 

Quella classe dirigente ci ha dato il benessere materiale. E gliene siamo grati. Davvero molto grati. Ma non ci ha restituito un posto nel mondo in modo permanente, perché avevamo bisogno di verità, per potercelo conquistare! Perché a questo mondo, se non hai la verità, se non sai veramente chi sei, se non puoi essere sicuro neppure della tua identità, perdi facilmente anche il benessere materiale, assieme alla tua identità nazionale. Ci sta succedendo. 

E questo ho difficoltà a perdonarlo) Chiusa parentesi.

3) L'Italia di oggi, poi, quella della seconda repubblica, che non si sa bene da dove sia saltata fuori nella distrazione generale, è figlia del benessere materiale, ora in declino. Ma di un benessere che, a partire dagli anni ottanta, è drogato prevalentemente dalla finanza e non è più prodotto esclusivamente col duro lavoro. Ed era un benessere che, grazie allo scontro sociale duro ma sacrosanto dei decenni precedenti, era caratterizzato da una distribuzione della ricchezza forse ancora insoddisfacente ma elevata come non mai, nella storia. Quella  precedente e quella successiva. E che, da allora, torna nuovamente a concentrarsi. Oggi, l'Italia della seconda repubblica sembra guidata da una classe dirigente che occupa in maniera intrusiva e pervasiva ogni angolo delle Istituzioni in base ad una legittimazione quantomeno dubbia, comunque non riconosciuta dal sentimento popolare. Usa norme e Istituzioni in evidente contrasto con lettera e spirito della Costituzione; smembra lo Stato sociale; diminuisce e svilisce i nostri diritti sacrosanti; cede pezzi sempre più rilevanti della nostra sovranità, della nostra ricchezza comune e del nostro Stato. E lo fa a favore di interessi privati, che sempre più spesso sono interessi stranieri. Sembra! (opinione, opinabile).         


Ne cito solo alcuni, dei libri, e neppure in ordine di importanza, chiedendo scusa per la mia memoria colpevole e carente su nomi e titoli. Ne ho letti nel corso della mia vita più di quelli che cito. E, mano a mano che me ne verranno in mente altri, li inserirò qui. Chi vuole, inoltre, può suggerirne altri, nei commenti: sarà utile a tutti, se si tratta di libri documentati, alla ricerca della verità.












Noam Chomsky, Chi sono i padroni del mondo

Aggiungo questa serie di video intervista a Gero Grassi, che ci racconta la ricostruzione del caso Moro attraverso i lavori delle commissioni parlamentari d'inchiesta:

The MORO Files 

Ognuno di questi libri può rinviarvi ad una più o meno nutrita bibliografia. E, soprattutto, a documenti ufficiali (atti processuali, atti Parlamentari, atti di uffici vari dei servizi segreti, nazionali ed esteri, oramai desecretati).

Mettendo tutto insieme, si potrebbe pensare che avremmo a disposizione una cosa di assoluta importanza e di impressionante consistenza: le prove di quella "convinzione".

Ma, mi domando e domando a chiunque sia alla ricerca della verità: "sono sufficienti dei libri, per quanto documentati e ben scritti e riscontrabili nella realtà che abbiamo sotto gli occhi? Sono sufficienti ad eliminare, una volta per tutte, il dubbio?"  

Risposta: "Si, e No".

Per alcuni, sì. Per chi vuol vedere, sì. Per chi sa interrogare il suo cuore, mentre ricerca umilmente una verità radicata nella realtà, probabilmente sì.

Per il Popolo Italiano, invece, NO. Assolutamente, NO. Per la nostra coscienza collettiva, NO. Non sono affatto sufficienti, fossero anche cento.

E lo dobbiamo avere ben chiaro, questo aspetto.

Invito tutti ad una riflessione profonda: quanto pesa sulla coscienza e sulla consapevolezza collettiva del popolo italiano la circostanza oggettiva che, al momento, ogni cittadino italiano è legittimato - nel dubbio - a ritenere "verità storica" una "qualunque versione" ?

Siamo un Popolo, siamo una Nazione, oppure una massa di persone unite da circostanze fortuite e decise un po dal caso, un po' da altri? Possiamo realisticamente convivere con questo dubbio?

Non c'è, forse, un legame fra questo problema irrisolto e la nostra attuale, evidente, drammatica e dannosissima mancanza di fiducia in noi stessi? 

Fra la stridente realtà di gente che ha radici antiche e esperienze storiche magnifiche e brillanti nel mondo, in tutti i campi della conoscenza e dell'esperienza umana; ed il degrado attuale? 

Fra la bellezza e la completezza armonica di una Costituzione che descrive un processo mirabile e coerente per mettere la Repubblica (cioè: la Comunità intera) al servizio dell'intento meraviglioso di assicurare ad ogni membro del suo popolo la "piena realizzazione della persona umana", con tutta la sua divina dignità; e lo squallore di una legislazione ormai totalmente incomprensibile ed inestricabile, oltre che chiaramente ingiusta e vessatoria?

Penso proprio di sì. Un legame forte e prepotente! Che, letteralmente, ci sta paralizzando. Il dubbio, semina veleni.

Niente verità storica, niente popolo sovrano.

Penso proprio che il popolo italiano, oggi più che mai, abbia un bisogno reale, tangibile, irrinunciabile ed urgente di "verità" ufficiale.

Non di una mezza verità, o di una qualunque verità scritta sui libri e smentita dalle persone che occupano le Istituzioni, o da altri libri ancora. 

Quello di cui abbiamo bisogno è di una verità ufficiale, certa, condivisa, non più contestabile, riconosciuta da tutti, risuonante concorde nelle Istituzioni, nei media e nelle case delle famiglie italiane.   Chiara la differenza?

Come si ottiene, una verità "ufficiale", per un Popolo intero?

Con un processo legittimo, delegato ad una Autorità, che sia riconosciuta dal Popolo. Ogni parola di questa frase è importante. E non casuale.

Processo legittimo, è quello svolto rispettando le modalità definite dalla legge. L'Autorità, è quella individuata dalla legge. Legge e Autorità, oltre a dover essere coerenti con se stesse (con la legge delle leggi: la Costituzione) devono essere riconosciute dal Popolo.

Un tale processo, se svolto alle condizioni indicate, rappresenterebbe di certo quella colonna portante della coscienza collettiva del popolo italiano che oggi ci manca. E la cui mancanza ci fa dannatamente soffrire.

E' un bisogno irrinunciabile e prima lo capiamo, prima lo facciamo. Meglio lo capiamo, meglio riusciremo a farlo.

Ma. attenzione!

Se abbiamo letto e capito attentamente quali sono le condizioni per poterlo fare in maniera efficace (tale da produrre la conseguenza desiderata: cementare in maniera duratura la coscienza italiana popolare), ci sarà chiaro che quelle condizioni necessarie, attualmente, purtroppo, sono assai carenti. Purtroppo, Leggi e Autorità attuali non sono sufficientemente riconosciute dal popolo. I procedimenti con cui la classe dirigente si è arroccata nelle stanze del potere non  appaiono affatto legittimi. 

Quindi, a percorrerla ora, quella strada, rischieremmo di farci del male. Se un tale processo si dovesse svolgere oggi, nelle condizioni attuali di stridente separazione fra popolo e istituzioni, assisteremmo, inevitabilmente, ad una farsa. Utilizzata, magari, per radicare ancora di più la menzogna nella (presunta) verità "ufficiale". 

Non è nella magistratura, che noi popolo italiano possiamo trovare oggi un alleato sicuro che ci aiuti a costruire la verità storica di cui abbiamo assoluto  bisogno. Non in questa magistratura, figlia della realtà descritta, incerta e contorta. Un magistratura che, a tutti i livelli, inclusa la suprema Corte Costituzionale, a volte si oppone alla deriva, altre volte la asseconda o perfino la ignora. Questo aspetto, della affidabilità della magistratura, non è affatto chiaro nella coscienza collettiva. E neppure sufficientemente dibattuto. C'è chi ritiene la magistratura ostacolo all'azione legittima dei politici, perché questo è il messaggio diffuso dal potere costituito. Poi c'è chi si rende conto di quanto spesso e quanto tristemente le sentenze stiano dalla parte del più forte. Tutti abbiamo solo gli occhi la lentezza e la totale inefficacia del sistema nel suo complesso a punire i veri colpevoli. Tutti diamo per assodato che i piccoli vanno (rapidamente e spesso ingiustamente) in prigione, mentre i veri ladri la scampano sempre. 

E allora?

E allora il cammino è lungo. Con buona pace di quanti scalpitano. Ma è anche semplice e abbastanza chiaro, per chi lo vuol vedere, con occhi lungimiranti. E su questo dovremmo concentrarci.

Per poter fare una rivoluzione (naturalmente pacifica, necessariamente pacifica) che riporti nelle Istituzioni figure che godano del riconoscimento e della piena legittimazione popolare; che riponga il cammino di attuazione della Costituzione tradita sui corretti binari; dobbiamo necessariamente, PRIMA, percorrere una strada in salita, e lunga, che ci porti a costruire con la dovuta pazienza ma con il dovuto impegno e la opportuna sollecitudine, una coscienza popolare adeguata a tale compito. Fatta per ora di studio, di letture e riflessioni comuni, di incontri e confronti, volto a spezzare quel pensiero unico dominante (falso e servo di interessi non nostri), proposto dal sistema mediatico e dai personaggi che occupano le Istituzioni. Pensiero falso, ma che ancora condiziona visibilmente un popolo che non sa nulla di economia, nulla di diritto, nulla di psicologia sociale, e che non conosce la sua storia. Dobbiamo farlo dandoci la mano, abbattendo le diffidenze, smettendo di competere e di guardare ognuno al proprio piccolo interesse particolare per guardare tutti ad un obiettivo comune, immensamente più importante. Concentrati, seriamente, sull'obiettivo.

E, naturalmente, importantissimo: per non scordarci, quando la rivoluzione l'avremo fatta ed avremo nelle Istituzioni e nella magistratura rappresentanti degni del nome e ampiamente legittimati e riconosciuti, di processare la storia, la nostra storia, e le persone che l'hanno fatta. Nel bene e nel male.

Con un Processo legittimo, svolto dentro le nostre Istituzioni da Autorità legittime e pienamente riconosciute dal Popolo.

Solo allora la coscienza del Popolo Italiano avrà pace, e piena sovranità.

E potrà dedicarsi a portare nuova luce nel mondo, che questo è certamente uno dei nostri compiti. 

Nel frattempo, qualche libro leggiamolo, insieme, che fa bene.

Aggiungo oggi, 9 marzo 2018, un interessante video sul caso Moro 

http://www.byoblu.com/post/2018/03/08/puzzle-moro-la-verita-nelle-nuove-carte-segrete-giovanni-fasanella.aspx 







2 commenti:

  1. Condivido tutto. occorre un lavoro culturale e di informazione.
    Il problema è che gli "uditori" del lavoro non ascoltano, non sanno, non possono, non vogliono, grazie al peggioramento delle condizioni di vita generali, incluso tempo libero e necessaria attenzione mentale e grazie ad un livello culturale scientemente abbassato nella scuola e impregnato di tecnicismo in tutte le sue branche e grazie, soprattutto all'operato dei media, tv in testa.
    Penso che occorra partire, per mostrare le contraddizioni del sistema, dai valori universali maggiormente traditi dall'Occidente: i Diritti Umani.
    Forse ci danno una chance non ideologica e universale di ascolto e riflessione, come sai scrivo spesso sull'argomento.

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    1. caro Massimo, devo confessare che sui Diritti Umani sono un po' prevenuto: ho difficoltà ad immaginarli migliori di quelli descritti e tutelati dalla nostra Costituzione. In cosa sono diversi?

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