ISTRUZIONI PER L'USO

IL TALLONE D'ACHILLE è pensato per scrivere libri, direttamente su questo blog. Qui comincia l'Eredità di Michele, l'ultimo scritto. Il precedente è stato interrotto, si vede che doveva maturare. Qui trovate IL primo LIBRO, col suo indice ed i post che lo compongono.
I "libri" raccolgono commenti, critiche e suggerimenti di chiunque voglia partecipare con spirito costruttivo. Continuano un percorso iniziato con le Note scritte su Facebook , i cui contenuti sono ora maturati ed elaborati in una visione d'insieme, arricchiti da molti anni di esperienze diverse e confronti con persone diverse.

I Post seguono quindi un percorso logico che è bene conoscere, se si vuole ripercorrere il "discorso" complessivo. Naturalmente è possibile leggere singoli argomenti ai quali si è interessati. Argomenti spot - che spesso possono nascere dall'esigenza di commentare una notizia - saranno trattati in pagine dedicate.

Buona partecipazione!


giovedì 7 maggio 2020

IL RE E' NUDO (articolo pubblicato su Sovranità Popolare)


C’è troppo debito in giro: va cancellato.
Ma non tutti i creditori sono eguali




SOMMARIO


Vorrei dimostrati che :

1) cancellare il debito in eccesso che il mondo ha nei confronti delle banche centrali è cosa buona e giusta;

2) quella cancellazione non produce alcun danno alla collettività;

3) i crediti dei cittadini risparmiatori possono essere comunque protetti fino all'ultimo centesimo.




IL DEBITO

Nel mondo di oggi ci sono 250.000 miliardi di debito. In parte è debito pubblico (dei governi), in buona parte è privato (debiti di aziende, famiglie, banche).

La cifra è pari a tre volte la ricchezza prodotta in un anno nel mondo intero, ed è talmente grande che la nostra mente ha difficoltà a concepirla.

Tutti gli operatori della finanza sanno perfettamente che buona parte di quei debiti non potrà essere ripagata. Mai.

Peccato che politici e giornalisti ignorino colpevolmente questa circostanza, perché i creditori nel mondo si stanno organizzando per spremere sangue dalle popolazioni pur di avere soddisfatte le loro ragioni.

Converrai con me che l’idea – alternativa - di cancellare quei debiti, almeno in buona parte, sembra avere le sue buone ragioni: etiche, economiche, politiche, perfino storiche (dal tempo dei Sumeri i debiti eccessivi vengono periodicamente cancellati).


Attenzione, però: quando si cancella un debito ci sono degli effetti collaterali (oltre ad alcune ovvie ragioni dei creditori) che investono la collettività intera; è bene osservarli.

Se cancelliamo un debito facciamo sparire anche il credito.

Ogni credito è anche “moneta”: è potere d’acquisto rimandato nel tempo che può anche essere ceduto ora, e può quindi circolare. La cancellazione di un debito, dunque, comporta necessariamente:

distruzione di moneta circolante nella comunità
.


A volte questa distruzione può essere utile; altre volte, invece, dannosa. Teniamolo a mente.

Guardiamo ora le cose dal punto di vista del creditore.

I CREDITORI

Già, ma…  chi sono i creditori ?

Possono essere soggetti molto, molto diversi fra loro.

C’è una differenza abissale, per esempio, fra un credito vantato da un cittadino risparmiatore, e quello vantato da una banca centrale.


A) Primo caso :  il credito del cittadino risparmiatore.

Tizio, cittadino risparmiatore, si procura i soldi lavorando.

Se è stato educato a “mettere da parte” qualche monetina per i tempi duri, disporrà di un gruzzolo chiamato " il Risparmio di una vita ".

Quando il gruzzolo finisce sotto il materasso quella moneta smette di circolare nell’economia e crea un problema serio: poca spesa, pochi scambi, le imprese falliscono e licenziano.

Come si fa a salvare la capra (il risparmio di Tizio che per lui è prezioso e giusto) e i cavoli (lo scambio di ciò che è stato prodotto con il lavoro, che è indispensabile alla comunità intera)?

Si fa così, in due mosse:

1) Tizio presta i suoi risparmi a Caio (magari allo Stato, ad una banca, o a un imprenditore), diventando creditore di Caio;

2) Caio, il debitore di Tizio, si impegna a restituire i soldi a Tizio e, nel frattempo, li investe nel mondo della produzione, del lavoro e dello scambio, e il gioco è fatto.

Il debito/credito svolge dunque una funzione sociale importantissima: permette la coesistenza di abbondante risparmio con la necessaria circolazione della moneta nell’economia.

NOTA BENE : al fine di rimettere quel risparmio in circolazione, l’alternativa al debito/credito è una tassa patrimoniale: lo Stato può prelevare il risparmio in eccesso e rimetterlo in circolo con la spesa pubblica.

L’operazione ha però un effetto collaterale molto doloroso:

la tassa patrimoniale distrugge il risparmio privato.


B) Secondo caso:  il credito della Banca Centrale.

La banca centrale (chiamiamola affettuosamente BC) “produce” la moneta.

Non ha bisogno di lavorare duramente per produrla, e nemmeno di aspettare del tempo per metterla da parte. La crea dal nulla, nell’istante in cui ne ha bisogno.

Il grosso della moneta creata da BC (migliaia e migliaia di miliardi) sono “numeri su computer” accreditati sui conti che i soggetti autorizzati hanno presso di lei (Banche ed enti pubblici).

BC ha il potere di creare letteralmente i soldi dal nulla, senza incontrare limiti fisici o costi apprezzabili.

E poi li presta, diventando creditrice.


LA DIFFERENZA

Tizio, il cittadino risparmiatore, ed anche BC, la Banca centrale, sono egualmente creditori e pretendono la restituzione.

Sul piano della legge vantano un diritto che è concettualmente identico. Eppure, la tutela normativa e di fatto che viene riservata ai due soggetti è totalmente diversa.  

L’idea di non restituire i soldi alla banca centrale appare inconcepibile. Chi lo propone è automaticamente considerato
“radicale e estremista”. La nostra BC è protetta da forti garanzie culturali e storiche (e mediatiche…), ben oltre quelle giuridiche.

Il diritto di Tizio, invece, che in teoria è protetto nientemeno che dalla Costituzione, è in realtà poco tutelato nei fatti; anzi, negli ultimi anni è stato platealmente tradito dalla legge sul bail in e da simili amenità.

Eppure, la pretesa alla restituzione di Tizio – in quanto creditore della banca o dello Stato ai quali ha prestato i suoi risparmi - non solo è legittima, ma è anche eticamente rispettabile.

È coerente con principi di elementare buon senso che chiunque è in grado di condividere: quelli sono sempre i suoi “risparmi della vita”, garanzia del futuro sereno per la sua famiglia.

Certo, le eccezioni esistono (soldi provenienti da illeciti) ma non devono distrarci. Ci sono ben altri strumenti per “fare giustizia” in casi specifici.

Osserviamo invece il danno che subirebbe il buon Tizio.

Il danno che subisce il cittadino risparmiatore al quale non venissero restituiti i suoi soldi, è evidente : perdita definitiva della sua ricchezza accumulata nel tempo; perdita della sicurezza per il futuro.

Oltretutto, quel bisogno di sicurezza è tanto più importante nel momento attuale, in cui le protezioni che ci offre la collettività (pensioni adeguate, sanità efficiente e gratuita…) sono in evidente discesa.

Domandiamoci cosa perderebbe, invece, la banca centrale, se non le venissero restituiti i suoi soldi. Beh… sapendo che BC i soldi li crea dal nulla… la prima cosa che ci verrebbe da pensare è forse questa : “ma allora cara BC non perderesti proprio nulla!”

Troppo semplicistico? Finirebbe che il danno lo dovremmo pagare tutti noi? Vediamo allora le cose dal punto di vista del bilancio della banca centrale, in versione super semplificata.

Quando BC presta soldi allo Stato, per esempio acquistando titoli di Stato per 100 miliardi di euro, direttamente dal Tesoro oppure per il tramite delle banche private, BC scrive questo nello stato patrimoniale del suo bilancio:

Attivo (crediti) - possesso del titolo di Stato: 100 miliardi
Passivo (debiti) - creazione monetaria: 100 miliardi

Evitando di domandarci se sia corretta questa scelta di rappresentare come “debito” la creazione monetaria, ci accontentiamo di dire: ora è così, ci piaccia o meno.

Sul conto economico (profitti e perdite) ci finiscono solo gli interessi pagati dal titolo (per esempio, con tasso all’1% : ricavi per 1 miliardo).


Ora ci domandiamo con grande attenzione quale danno subirebbe BC se, alla scadenza del titolo, lo Stato non restituisse i 100 miliardi di capitale.

L’attivo passerebbe da 100 a zero. Wow !

Ma… cosa succederebbe al passivo? Ricordate l’affermazione iniziale: la cancellazione di un credito è distruzione di moneta?

Quindi: se la creazione di nuova moneta per 100 ti aveva fatto scrivere 100 al passivo, la distruzione di quella moneta che consegue alla cancellazione del credito, ti deve semplicemente far cancellare il passivo equivalente.

Nuovo bilancio:

attivo : zero
passivo : zero.

N.B. : nello stato patrimoniale non è cambiato nulla. Attivo e passivo entrambi di 100, di 1000 o di zero, equivalgono comunque ad un saldo netto sempre eguale a zero!

D'altronde, è intuitivo: se la moneta si può creare senza costi, si può sicuramente distruggere senza perdite.

Cosa succede invece al conto economico (utili e perdite) di BC? Nessun problema: gli interessi sono stati regolarmente pagati durante la vita del titolo, più o meno ogni sei mesi.

Il conto economico è salvo e BC guadagna comunque 1 miliardo anche se alla scadenza cancella 100 miliardi di crediti!

Non ti scandalizzare delle meraviglie della contabilità.

Domandati piuttosto perché abbiamo sacrificato finora le nostre esistenze a dei parametri “meramente contabili”, stupidi come i parametri sul deficit e sul rapporto fra debito e PIL!

Comunque, in conclusione:

la cancellazione dei crediti della Banca Centrale non le comporta alcun danno finanziario.

Osserva, medita: nessun danno! Ti prego, immergiti in questa frase. Assaporala. Osservala. È la realtà. Lascia che entri profondamente e lentamente nel tuo pensiero subconscio che ti ha portato a credere, con convinzione profonda, che se fallisce una banca muoiono tanti bambini nel mondo.


EFFETTI COLLATERALI

Avevamo detto, però, che la cancellazione di un credito comporta distruzione di moneta nel sistema, e questo potrebbe essere un problema per la collettività.

Per capire se questa distruzione fa bene o male a tutti noi, dovremmo domandarci se c’è troppa moneta in giro, oppure troppo poca.

Se ce n’è troppa, va bene distruggere quella in eccesso, altrimenti no.

La risposta, in realtà, è complicata, ma ogni ambiguità può essere sciolta, ragionando sulla realtà:

a) se guardiamo nelle nostre tasche (famiglie che lavorano e spendono; imprese che producono; enti pubblici che erogano servizi; il cui insieme costituisce la famosa “economia reale”), ce n’è decisamente poca, di moneta in giro. Tutti lo vedono che non è assolutamente sufficiente a garantire adeguatamente la produzione, il lavoro, gli scambi, né l’erogazione di servizi;

b) nel mondo della speculazione, (fatto di banche, finanziarie, fondi di investimento, paradisi fiscali, titoli, depositi e derivati, il cui insieme costituisce i famosi “mercati finanziari”) ce n’è invece troppa, una quantità decisamente abnorme. Mai come nella storia dell’umanità.

Non ci addentriamo ora nel tema complicato della causa di quello squilibrio fra economia reale e finanza speculativa. Merita a parte un approfondimento che è tanto importante quanto lungo.

Nel nostro contesto diciamo solo, in estrema sintesi, che i soldi creati dal nulla dal sistema finanziario finiscono “meccanicamente” sui mercati speculativi per oltre il 90% - e non nell’economia reale!

Questo è il motivo:

la Politica ha abdicato alle sue responsabilità di governo sulla finanza;

- i mercati finanziari, lasciati fare, si sono organizzati per orientare meccanicamente tutti i flussi a proprio vantaggio (il famoso “pilota automatico”).


Vediamo invece più da vicino cosa succederebbe all’umanità se sparisse tutta quella moneta che circola a trilioni sui mercati finanziari, tenendo presente che nel frattempo, il nostro mondo soffre di scarsità di risorse finanziarie.

Nell’immaginario collettivo, alimentato dalla narrazione dei  sostenitori dei mercati, soprattutto dopo il caso Lehman Brothers, c’è scritto: se fallisce una banca muoiono i bambini.

Ma questo falsa credenza diventa vera SOLO SE “lasciamo fare ai mercati.

Se la politica non si prende la responsabilità di gestire il problema, è certo, è scontato, che i mercati finanziari lo gestiranno proteggendo il proprio potere d’acquisto, e scaricando i costi sulla comunità.

Quei costi si traducono in meno spesa pubblica, meno ospedali, quindi in morte per qualcuno di noi, che non ha alcuna colpa del fallimento della banca.

Perché la comunità accetta di farsi carico dei costi del salvataggio delle banche? Lo fa perché, non vedendo l’alternativa, ha paura che quello sia l’unico modo di salvare sia i risparmiatori che l’intera economia.


L’ALTERNATIVA

Ipotesi: una grande banca sta fallendo.

Politici e giornalisti, in coro,  gridano al disastro… e pensano di scaricare sul debito pubblico il costo del salvataggio.

I Regolatori e le banche centrali organizzano grandi prestiti.

Tutti litigano con tutti.

Arriva un Bambino, tira per la giacchetta i Politici, i Giornalisti, i Regolatori che confabulano con la Banca centrale, e si rivolge a BC, apostrofandola così :

non capsico perché si debbano salvare queste banche che lavorano così male… ma se proprio vogliamo salvarle, perché prendiamo i soldi dello Stato che poi sono i soldi dei cittadini? Quelli li producono con sacrificio, lavorando, e ne hanno bisogno per vivere!

Oramai lo sanno anche i sassi che tu, BC, i soldi li puoi creare dal nulla, senza costi, senza limiti! Perché non usiamo quelli?

Non è forse il tuo unico compito quello di garantire la stabilità dei mercati?

Non è forse per questo che ti è stata concessa l’indipendenza?

Guarda, puoi fare così:

a) compri dalla banca che ha difficoltà tutti quei crediti difficili da recuperare, quei derivati strampalati, insomma: ripulisci il suo bilancio e ti metti quella robaccia nel tuo attivo. Lo sappiamo che quegli attivi non valgono nulla ma, mi raccomando, fa’ in modo che i soldi che paghi per comprarli siano comunque sufficienti a restituire ai risparmiatori privati tutti i loro crediti. Tutti!
Non ti curare invece dei debiti che la banca ha nei confronti delle altre banche. Quelle, a turno, le salvi poi, con lo stesso sistema, se proprio dovesse servire.

b) la robaccia che hai comprato, pagandola più del dovuto, la metti comunque al tuo attivo di bilancio.

c) al passivo, come fai sempre, ci metti la moneta creata dal nulla per l’occasione, e pareggi i conti. Tu puoi.

d) subito dopo, per amore di chiarezza e verità, verifichi se nei tuoi crediti c’è qualche spicciolo da salvare, e quello magari lo rivendi al mercato. Tutti gli altri, se non valgono nulla, dichiari semplicemente che non valgono nulla, e azzeri di conseguenza il loro valore nell’attivo di bilancio.

e) per coerenza, cancelli l’equivalente di moneta creata dal nulla che avevi iscritto al passivo, ed il tuo bilancio è pulito.

Osserva: anche il mondo è un po’ più pulito! C’è meno robaccia in giro: venuta dal nulla, sparita nel nulla! ”.

Finito con BC, dopo una pausa opportuna, il Bambino si rivolge al Politico:

“ senti, lo ricordi che hai giurato sulla Costituzione, vero? Lì c’è scritto che hai il dovere di tutelare il risparmio dei cittadini, e che per farlo sei anche tenuto ad indirizzare, coordinare e controllare l’esercizio del credito.

Perché hai lasciato fare ai mercati?

Non vedi i guai che combinano?

Riprenditi subito le tue responsabilità e fa’ così:

a) quella banca salvata da BC te la devi comprare, così è sicuro che la controlli bene d’ora in avanti. Ricordi? Finora l’hai fatto tu il lavoro sporco di ripulire i bilanci delle banche private, con i soldi nostri; poi, una volta ripulita della robaccia, la vendevi a due soldi a un'altra banca privata, pur sapendo che avrebbe ricominciato a fare gli stessi, identici errori, magari con le stesse persone! Ora, invece, ora che il lavoro sporco lo fa BC, puoi addirittura ricomprarti a due soldi quello che avevi svenduto a suo tempo ai privati, che hanno gestito così male! Così, puoi farti perdonare di quella scelta incosciente;

b) per favore, licenzia in tronco i manager che non sono stati capaci di gestirla e hanno giocato con la speculazione, verificando inoltre se sono colpevoli e se devono risarcire la comunità; chi sbaglia paga, giusto?

c) seleziona con cura la nuova direzione della banca pubblica, e dalle istruzioni precise: vietato speculare; obbligo di proteggere e remunerare il risparmio; selezionare bene gli investimenti da fare solo nell’economia reale, secondo direttive che gli darà la Politica;

d) attento! Tu hai un compito fondamentale: tutta la moneta che resta, dopo la distruzione di quella in eccesso, la devi far arrivare nel mondo delle famiglie, delle imprese e degli enti pubblici, dove manca da troppo tempo! Credimi: ne basta molto meno di quella che è stata usata finora per saziare l’ingordigia insaziabile di pochi.

Tu sei la soluzione!

Osserva. Il problema è risolto alla radice: di robaccia, da oggi in poi, non se ne produce più; la moneta la usiamo solo nel mondo che ci interessa: quello dell’economia reale ”.

Il Bambino tira un sospiro, compiaciuto. Poi si volta lentamente, e si rivolge al Regolatore :

“avrei domande anche per te, e cose da suggerire… ma c’è quel discorso lasciato in sospeso… quell’approfondimento da fare sui meccanismi che dipendono molto da quei tuoi regolamenti che privilegiano la speculazione e danneggiano l’economia reale. È un discorso lungo, ne parliamo dopo. Intanto, passati una mano sulla coscienza.” 

Infine, si rivolge al Giornalista, con tono fra la complicità e il rimprovero:

“ queste cose le stai scoprendo anche tu, vero? ”











2 commenti:

  1. Nel suo DNA c'è il dono di far sembrare facili meccanismi complessi, grazie per questo modo di condividerlo, mi é utile, serve umiltà per comprenderlo e poi farlo circolare, vedo che faticano anche i miei amici ad accettarlo

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    Risposte
    1. sì, capisco

      quando tutti i media ci raccontano una falsa verità, con insistenza, abbiamo una difficoltà enorme ad ammettere di essere stati ingannati

      rifiutiamo di accettare quello che la nostra mente ci dice : "sì, è ragionevole"

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