ISTRUZIONI PER L'USO

IL TALLONE D'ACHILLE è pensato per scrivere libri, direttamente su questo blog. Qui comincia l'Eredità di Michele, l'ultimo scritto. Il precedente è stato interrotto, si vede che doveva maturare. Qui trovate IL primo LIBRO, col suo indice ed i post che lo compongono.
I "libri" raccolgono commenti, critiche e suggerimenti di chiunque voglia partecipare con spirito costruttivo. Continuano un percorso iniziato con le Note scritte su Facebook , i cui contenuti sono ora maturati ed elaborati in una visione d'insieme, arricchiti da molti anni di esperienze diverse e confronti con persone diverse.

I Post seguono quindi un percorso logico che è bene conoscere, se si vuole ripercorrere il "discorso" complessivo. Naturalmente è possibile leggere singoli argomenti ai quali si è interessati. Argomenti spot - che spesso possono nascere dall'esigenza di commentare una notizia - saranno trattati in pagine dedicate.

Buona partecipazione!


martedì 12 dicembre 2017

Lettera aperta a Paolo Maddalena, Mauro Scardovelli, Marco Guzzi, Giuliana Mieli

Ho dei dubbi che condivido con Voi, che siete miei maestri.

Premetto, per essere sicuro di non averVi frainteso, una descrizione estremamente sintetica di quello che ho capito dei Vostri messaggi, che vedo risuonare ampiamente nel sentimento popolare.

Le istituzioni pubbliche sono occupate da persone che non ci rappresentano.  Più o meno consapevolmente, queste persone scrivono leggi che favoriscono la concentrazione della ricchezza nel mondo, e la demolizione delle Stato sociale a favore di Istituzioni lontane e non democratiche.

L’insegnamento ufficiale ci spinge a guardarci con sospetto, e difenderci gli uni dagli altri.

Crescono nel paese coscienze che, pur imperfette, avvertono forte il bisogno di reagire, sul piano della consapevolezza ed anche sul piano politico ed  elettorale. Tre macigni
ostacolano l’unione e l’efficacia dell’azione:

1) spirito di competizione e individualismo, radicati nell’inconscio collettivo a diffondere dolore e difficoltà ad ascoltarsi;

2) frammentazione specialistica delle conoscenze sociali e naturali, che rende difficile condividere obiettivi e strategie;

3) regole sociali che rendono arduo l’accesso alle Istituzioni a interpreti genuini della volontà popolare.

In questo scenario, insorgere è un dovere morale di ogni membro del popolo.

Dove il concetto di “insorgere”, chiaramente radicato nella non violenza, viene declinato in azioni precise :

- studiare e praticare ciò che si apprende, per capire cosa e come sia potuto succedere. Dentro ognuno di noi, che non sappiamo come siamo fatti; ma anche fuori di noi, nei rapporti sociali che non capiamo più. Il fine: costruire una cultura umanistica nuova, vera ed unitaria, che ci metta in grado di dominare gli impulsi dell’ego, quello singolo e quello collettivo, rispettando il nostro comune e immenso bisogno fisico di affetto e solidarietà, nonché la nostra aspirazione irrinunciabile alla libertà ed alla creatività;

- contemporaneamente, iniziare a concepire soluzioni organizzative nuove ed efficaci, nel complesso contesto di rapporti mondiali, che risuonino con l’anima di ogni individuo e dei popoli e favoriscano processi di liberazione;

- creare gruppi conviviali di studio, per non essere soli e iniziare nel quotidiano a costruire relazioni umane più amorevoli e solidali;

- avere pazienza, e mettersi con buona volontà al servizio di questo compito di diffusione della consapevolezza, necessariamente lento, ma pregiudiziale, che evolverà;

- costruire reti di “resilienza” nei territori, attraverso “buone pratiche” di attuazione della Costituzione negli Enti locali;    

- sostenere azioni giudiziarie contro le violazioni più evidenti dello spirito e della lettera della Costituzione;

- selezionare un gruppo di “esperti”, riconosciuti, capaci di dialogo, che sia di guida e garanzia in questo processo.



Se ho dunque interpretato bene il Vostro pensiero, così come qui sintetizzato, confermo di condividerlo ampiamente nello spirito, nei tempi, e nei modi. Cose assolutamente da fare! 

Per questo ho aderito con entusiasmo ai percorsi di Attuare la Costituzione, di Aleph e di Darsi Pace, e collaboro con i gruppi di Insurrezione sui territori. Con il corpo e con lo spirito, purtroppo miseri entrambi, quindi, anche facendo errori.

Detto questo, Vi esprimo i dubbi che restano, collegati ad un certo linguaggio ma, soprattutto, alle cose
non indicate, fra quelle da fare. Dubbi che, vi giuro, mi assillano e mi tormentano e se non riuscissi ad abbracciare così tante persone, in questi giorni, proprio grazie a questi gruppi, e a sentire la loro anima vibrare, sarei davvero già perso! 

Dubbi che, fino ad oggi, ho tenuto accuratamente dentro di me, forse  sbagliando. Mi ero riproposto di esprimerli nel corso dell’assemblea di Attuare la Costituzione, ma non ci sono riuscito. Non con la chiarezza necessaria.

Questi dubbi che, temo, non siano solo miei, ruotano attorno a due concetti.

1) E' chiaro a tutti che non dobbiamo insorgere contro le Istituzioni, che l’obiettivo corretto è quello di ricondurre le Istituzioni ad unità con il popolo?

Facciamo abbastanza per garantire la fiducia nelle Istituzioni, distinguendo le persone che le occupano indegnamente ed in maniera sostanzialmente illegittima, dalle Istituzioni stesse?

La Repubblica, è fatta di solo Popolo, o di Popolo
e di Istituzioni? 

Le elezioni politiche le riteniamo comunque inutili? 

Nei confronti dei tentativi più o meno generosi che provano a portare nel Parlamento una rappresentanza più ampia e differenziata dell’attuale, come ci poniamo? Pigliamo le distanze; ignoriamo; oppure diamo umilmente una mano?

Ci sentiamo migliori di altri?

Possiamo essere, migliori di altri? 

Oppure l’unico paragone utile è fra quello che noi scegliamo di essere, con il nostro pensiero, le nostre parole e l’azione, e quello che potremmo essere, trovando il coraggio di altre scelte, che ci mettano in gioco, con la dovuta umiltà, in nome di un desiderio di unione che è nei nostri pensieri, è nelle nostre parole ma, ancora, non troviamo il modo di portarlo nelle nostre azioni?

E’ davvero l’unico percorso possibile, quello dell’insurrezione descritta, che è necessariamente lento e, in qualche modo, elitario? Per ora, si esaurisce qui?

Oppure esiste,
parallela e non in conflitto, anche una via più semplice, immediata, istituzionale, che il cuore del popolo può intuire con una immediatezza e spontaneità che non sappiamo immaginare, e che può coinvolgere da subito tutti, che ce n’è in giro un grande, immenso bisogno, ma proprio per tutti, di sentirsi coinvolti in un processo giusto, ma anche efficace? 

Il secondo concetto, è forse ancora più dilaniante

2) Come si conciliano i tempi della diffusione della consapevolezza con quelli, in forte accelerazione e di segno contrario, collegati alla trappola del debito?

Le proposte di integrazione degli eserciti, delle forze di polizia e dei “servizi” di sicurezza europei, che con la scusa della minaccia di una inesistente invasione barbarica, già da tempo sono sul tavolo della Commissione, chiaramente descritti nei documenti ufficiali (li abbiamo letti? Li abbiamo capiti?). Mi domando: saranno usati per toglierci al più presto perfino il diritto di parlare, di riunirci e di studiare? Non sono forse il complemento indispensabile per garantire l’applicazione della normativa sulle fake news? Il cui obiettivo è sin troppo evidente?

Noi ci illudiamo di conservare ancora il diritto di parola e di riunione, ma è possibile che siano tollerati, finora, solo perché poco efficaci. Oggi parliamo, e poco cambia. Ma qualcosa comincia a cambiare.

Nel momento in cui diventerà chiaro che ciò che intendiamo fare è “efficace”, produce effetti, e mina alle radici il potere costituito,
pensiamo davvero che ci verrà lasciata l’illusione della libertà, o non scatteranno piuttosto contromisure (che sono già pianificate)?

Ancora : siamo sicuri di aver chiaramente compreso i meccanismi innescati sul piano istituzionale
e, soprattutto, i loro tempi?

Tutto è pronto.


Il rapporto fra la fine del quantitative easing, che è possibile in qualsiasi momento; l’esplosione conseguente dello spread, che si porta appresso la immediata ingestibilità del debito pubblico e la totale ricattabilità delle politiche nazionali; le procedure di bail in, predisposte per usare il risparmio degli italiani per coprire i buchi delle banche internazionali; la fine del mandato di Draghi, che rende possibile il primo scenario ed offre un accattivante esecutore interno ai piani del potere; il possibile arrivo della Troika o, molto, molto peggio, del nuovo Meccanismo Europeo di Stabilità, appena reso più efficiente allo scopo di una rapida spoliazione delle ricchezze del popolo italiano.

Ci è sufficientemente chiaro che tutto questo meccanismo è pronto e può scattare da un momento all’altro?  

Basta premere un grilletto!

Per altro verso, che
solo apparentemente è opposto, non lo vediamo come un rischio grave, che mina alla radice questa diffusa e sacrosanta voglia di insorgere, lo scenario già pronto degli Eurobond, del “reddito di cittadinanza” e di altre misure che solo apparentemente sono “distensive”, e invece confondono i soldi con la vera ricchezza?  Soluzioni che, mentre indirizzano verso una falsa solidarietà, false soluzioni, saranno barattate in cambio del lasciapassare al progetto di Stati Uniti d’Europa, che può risuonare accattivante nelle menti confuse, quando è così evidente che, in queste condizioni, verrebbero costruiti su misura esatta e precostituita degli interessi del grande capitale sopra nazionale, con Istituzioni politiche rese ancora e irrimediabilmente più lontane dal popolo?

Riporto una frase per tutte, e forse non è la più preoccupante, estratta da quei documenti ufficiali che pianificano la nuova Europa; dal libro bianco della Commissione sul futuro dell’Unione, pubblicato il 1 marzo di quest’anno:

"gli europei che desidereranno reclamare contro una proposta relativa a un progetto di turbina eolica finanziato dall'UE nella loro zona faticheranno a mettersi in contatto con l'autorità responsabile poiché saranno indirizzati alle competenti autorità europee."

Lo vediamo il rischio che, mentre noi studiamo, il popolo impreparato,
se non ha almeno una speranza e se perde completamente la fiducia nelle Istituzioni, possa perdere anche la pazienza e diventare facile preda dell’avventuriero di turno?

L’insurrezione è in bilico: fra la non violenza, per noi punto fermo, e la follia collettiva, che altri possono auspicare, perfino fomentare e cavalcare.

Vi prego, rassicuratemi, fatemi capire che è solo paranoia. Non desidererei  altro.

Ma se non abbiamo risposte
rassicuranti e convincenti, non teoriche e ipotetiche, ma certe e radicate nella realtà, che facciano stare tranquilli almeno Voi, che vedete di sicuro più lontano di me, allora diventa nostro dovere morale, nostra responsabilità imprescindibile, almeno provarci.

Metterci tutti, umilmente, a disposizione di quanti ci provano, almeno ci provano, contro il tempo e perfino contro la “ragionevolezza”, ad infilarci almeno un piede, per improbabile e traballante che sia, dentro le Istituzioni, di traverso a quella porta che sta per chiudersi. 

Avverto una responsabilità che intendo condividere.

Possiamo accontentarci dei ricorsi giudiziari, ma, mi domando: sono
efficaci?

Non le farà nuovamente e comunque il Parlamento, le leggi che vogliamo cancellare? Chi ci sarà, nel Parlamento?

Nei Comuni possiamo fare tanto, ma con una legge elettorale che, mentre garantisce la governabilità impedisce di fatto il dialogo democratico, riusciremo a sfamare gli affamati?

Perché mentre noi ragioniamo, e studiamo, che è cosa buona e giusta, volta al bene comune, non possiamo ignorare che il fardello, quello materiale, poggia e poggerà sempre di più sulle spalle di chi lo studio non può neppure permetterselo, intento com’è a cercare di sopravvivere, in un mondo che lo ignora e si organizza per sfruttarlo di più, o semplicemente, eliminarlo.

Ed è nostro fratello. E’ nostra sorella.

Un ultimo pensiero. Ci diciamo: portiamo pazienza, non usiamo facebook e questi canali mediatici, che non sono stati pensati per approfondire.

E mi domando: è questo, il momento di approfondire? E’ ora?

Oppure, pensando al messaggio che Giuliana ci ha regalato in maniera così potente, non dobbiamo piuttosto,
per prima cosa, smettere di usare la testa e la voglia di esplorare, e concederci piuttosto il diritto di riconoscerci e di abbracciarci, tutti, senza pregiudizi e senza diffidenze, smettendo di giudicarci e separarci, con generosità ed apertura totale, buttando il cuore oltre gli ostacoli, che ci sembrano insuperabili solo perché siamo così fragili, così soli, così lontani, e lo desideriamo invece con tutto il cuore e tutta l’anima di unirci, per il bene comune? 

Se, tanto per fare una ipotesi, Mauro Scardovelli e Marco Guzzi sedessero nel Parlamento, Giuliana Mieli al Ministero della Salute, e Paolo Maddalena alla Presidenza della Repubblica, non ne risulterebbe forse favorito, in maniera potente e irresistibile, l’intero processo di insurrezione anelato?

Possiamo fare qualcosa, con il cuore, in questa direzione, già oggi? 

7 commenti:

  1. Quello che scrivi è condivisibile ma, secondo me, alla base del progetto di ritorno a valori simili ai "Keinesiani" ci vuole un leader "politico" ed un partito dedicati che sostengano un programma in tal senso.Secondo te si possono convincere,per esempio, i 5 stelle , primo partito attuale e unico in alternativa al solito brodo di destra e sinistra, a far tesoro di questa sete di corretta costituzionalità? Altrimenti credo si possa fare molto poco a livello nazionale......

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    1. non conosco le dinamiche più recenti del M5S, ne sono uscito da un po', perché non riuscivo a trovare il modo di dialogare su questi argomenti.
      Spero maturino in fretta

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  2. Non ci sono parole migliori da aggiungere a questa testimonianza come radiografia ecografico nello scegliere secondo il cuore, nel darsi pace. Penso che il cerchio vada chiuso e serrare i ranghi squinternati di perdita di tempo, non ce piu tempo. Servono uomini e mezzi.grazie Claudio.hai interpretato bene quella parte positiva che aspetta di cavalcare verso i sentieri di pace e benessere.grazie

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  3. Guido,come sai noi di articolo 53 siamo nati per l'attuazione della Costituzione. Abbiamo scelto tale articolo di carattere prettamente economico perchè venne scelto per finanziare i diritti sociali collettivi e per redistribuire il reddito reale prodotto a favore delle classi meno abbienti. Proporre l'attuazione della Costituzione ed in particolare questo articolo interessa non meno di 30 milioni di persone condizione per portare in parlamento Persone Oneste e con la Schiena Diritta!

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  4. Credo che questa lettera aperta sia molto Utile a Costituire una base di Confronto sul tavolo del Gruppo Scientifico di Attuare .., in quanto la temporalizzazione e l'aggressività delle concrete azioni poste in essere dal neo liberismo dominante sollevano certamente sempre maggiore smarrimento nel disagio giornaliero che il Popolo si trova a subire con una pressione elevatissima e senza trovare sbocchi immediati in Certezze di Soluzioni Concrete a brevissimo termine che lo possa portare a rasserenarsi, anche con pazienza, ma senza rassegnazione nello scorrere del tempo che lo porti a Liberarsi degli Oppressori che hanno come scopo solo il Dominio di Tutto attraverso l'Usurpazione continua di qualsiasi Sovranità, a partire da quella economico-mpnetaria, per renderlo sempre più Povero e Schiavo . Ma ciò che maggiormente ha come scopo è quello di Vincere il Tempo, con Qualsiasi Mezzo, per evitare che la Maggior Parte del Popolo possa diventare Consapevole ed Organizzarsi per Contrastare.

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  5. Caro Guido,
    ho conosciuto questo blog perché frequento telematicamente il primo anno di 'darsi pace'. Ho letto il primo post e poi un altro (indirizzato ai tuoi 'maestri'). Le tue domande sono anche le mie e, suppongo quelle di molti e molte. Non ho capito se l'intenzione di questo blog fosse quella di raccogliere scritti e riflessioni di altri.
    Devo confessarti, di pancia, che dubito fortemente che se l'azione (non violenta e dentro le istituzioni democratiche) diventasse efficace non ci sarebbero contromisure immediate, del tutto legali (perché sappiamo vero, qual'è il ruolo delle leggi?) spaventosamente violente. Anzi penso che, quello che anche tu hai intuito sulla strumentalizzazione di masse impoverite (una volta si chiamava sottoproletariato) disperate, insieme ad una piccola borghesia anch'essa ridotta alla fame e comunque frustrata nelle sue aspettative, verranno usate contro il cambiamento, come già è successo. Almeno dai famosi moti del '48. Come si fa ad impedire il ripetersi incessante della storia? Con l'elevazione delle coscienze, sono d'accordo con Marco G., e con molta fede. Sai, anche un sito come questo però, un bel giorno, potrebbe causarti qualche grana. Pensa ad un regime come quello Argentino. da un giorno all'altro. Come dici tu, è tutto pronto, non è paranoia. Se le autorità avessero avuto i dati e le informazioni che le nostre hanno a disposizione. Vorrei tanto che Marco G. rispondesse alla tua lettera, punto per punto.

    un caro saluto
    Noemi

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    Risposte
    1. non c'è fretta, Noemi, le risposte arriveranno, e non necessariamente su questo blog: siamo in ascolto, e su un cammino di ricerca
      e credo abbastanza fermamente che l'insurrezione della nuova umanità sia in grado di evitare la violenza
      rispettiamone i tempi

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