Ragionamenti collettivi su Informazione, Politica, Economia
Perché
accettiamo che sia l'economia a dettar legge alla politica ?
E' giusto competere selvaggiamente, oppure è possibile collaborare ?
Il profitto privato che supera certe dimensioni è compatibile con l'interesse pubblico ?
Se la legge consente ai ricchi di non pagare le tasse, cos'è la giustizia sociale ?
Se
gli Stati rinunciano alle leve di governo dell'economia, chi ci
governerà ?
La
democrazia può esaurirsi con il voto o pretende la nostra
partecipazione ?
Dovremo
passare per l'orrore della guerra per riscoprire il valore della
solidarietà, l'importanza dello Stato e dei beni comuni, la dignità
irrinunciabile della persona umana?
Chi
ci salverà, se non siamo disposti a farlo noi stessi ?
Premessa
L'Italia
potrebbe essere il posto più bello del mondo per viverci. Eppure i
miei figli ed i loro compagni stanno pensando che sarebbe meglio
"cercar fortuna" altrove se vogliono avere un lavoro
dignitoso, quello per cui hanno studiato e su cui hanno investito,
che dia loro la possibilità di metter su famiglia. La mia
generazione ha ricevuto in consegna dai propri genitori un posto
migliore, costruito con passione, sacrifici ed impegno. Siamo
cresciuti con la sensazione di vivere all'apice della civiltà, senza
pericolo di guerre e con il benessere diffuso; abbiamo fatto crescere
i nostri figli con l'illusione di poter avere di tutto e di più.
Lentamente, ci stiamo svegliando in una realtà ben più cruda, che
ai giovani nega la speranza di un futuro sereno. Potremo mai
perdonarci di aver lasciato a pochi delinquenti egoisti la
possibilità di rovinare tutto?
La storia dell'umanità è
piena di alti e bassi. Di periodi in cui lo sfruttamento dei potenti
sui deboli è stato più violento e sfacciato; altri in cui è stato
più velato e discreto; pochi, rari e preziosi, in cui si è quasi
sfiorato un miracoloso equilibrio. Oggi stiamo scivolando rapidamente
verso una china negativa. Ricchezza e potere sono concentrati nelle
mani di una percentuale della popolazione mondiale estremamente
ridotta. Non usa la spada oggi il potere. Manipola le informazioni ed
il consenso per sottrarre risorse all'economia reale ed al benessere
dei cittadini per deviarle verso i mercati finanziari. In queste
strutture è garantita ai potenti ed ai loro accoliti una rendita
parassitaria, immorale e violenta, grazie all'azione delle loro
invadenti e opache istituzioni, nelle quali l'interesse privato si
sostituisce progressivamente a quello pubblico, finendo per
soffocarlo.
Le cose da fare per rimettere la situazione in
piedi non sono poi tante, e neppure impossibili. Se si inizia a
confrontarci con i nostri simili ci si accorge di quanto siano
coincidenti gli interessi della stragrande maggioranza di tutti noi.
In fondo, vogliamo tutti vivere in pace, tranne quei quattro fessi
che ci rovinano la vita per brama di potere.
Si tratta, in fin
dei conti, di una piccola rivoluzione culturale che richiede ad
ognuno di noi di cambiare atteggiamento di fronte alla gestione della
cosa pubblica. Quello che avviene sotto i nostri occhi è senz'altro
frutto dell'egoismo di pochi e della corruzione morale di buona parte
della classe dirigente. Ma intanto è possibile, nella forma che
conosciamo, in quanto ognuno di noi si lascia distrarre e incantare
ed è disposto a delegare la gestione dei propri interessi collettivi
a queste persone, sempre le stesse, sperando, non si capisce bene
perché, che da domani inizino a far meglio. E intanto ci lamentiamo.
Quanto ci lamentiamo, noi Italiani.
Smettiamola una volta
tanto di lamentarci, ché la situazione richiede di attivarci;
impegniamoci in prima persona; informiamoci andando a studiare
direttamente alla fonte la realtà che ci viene negata dal sistema
mediatico; incontriamoci e confrontiamo la nostra percezione della
verità, le nostre proposte per migliorare il nostro Paese e le
nostre vite. Scopriremo che vivere immensamente meglio, in Italia, è
decisamente più facile di quanto non si possa immaginare.
Dopo
aver trascorso un anno e mezzo a confrontarmi con realtà disparate e
visioni diverse, sono arrivato alla conclusione che solo cinque sono
le cose essenziali da fare. Sufficienti ad avviare un cambiamento
positivo e sostanziale. Vanno fatte, però, tutte contemporaneamente
e urgentemente, perché sono ognuna fondamentale e fra di loro
interconnesse. Per il resto, ci si potrà sbizzarrire poi, con calma.
Le accenniamo da subito, anche se sommariamente, per svelare il
colpevole ed impedire ai curiosi di saltare alle conclusioni senza
gustarsi il lavoro - indispensabile - di comprensione dei problemi.
E' solo nell'approfondimento di ognuna delle problematiche e nella
comprensione di quanto nella realtà attuale i cinque aspetti siano
dipendenti gli uni dagli altri che si potrà valutare l'efficacia
delle proposte. Vediamole. I numeri non indicano una priorità. Si
equivalgono per importanza.
1) Mettere le televisioni e i
giornali in grado di assicurare una informazione libera, plurale e
indipendente. Oggi il sistema mediatico controllato dal potere
politico ed economico ci racconta un mare di balle. Ci intrattiene su
stupidaggini mentre ci nega la conoscenza delle cose importanti,
quelle che veramente stanno cambiando, in peggio, la nostra
esistenza. A partire dai Trattati internazionali che hanno ceduto la
nostra sovranità in maniera sostanzialmente illegittima (e perciò
nascosta). Il potere manipola l'informazione per manipolare, con
criteri scientifici presi in prestito dal marketing, il nostro
consenso. Quello di cui ha ancora formalmente bisogno, per non dover
sfoderare la spada.
2) Cambiare classe dirigente nella
politica, nell'amministrazione, nell'economia semi privata legata a
questo sistema colluso.
Questa classe dirigente è corrotta, per intero. Ci saranno
senz'altro degne eccezioni ma non fanno altro che confermare la
regola. E' persa, bruciata, avviluppata in un intreccio inestricabile
di interessi meschini e ricattatori che le tolgono ogni velleità di
rinascita. I partiti tradizionali non hanno interesse a rinnovarsi:
ne occorrono di nuovi. Nello stesso tempo, il paese è pieno di
persone competenti, serie, oneste, che operano sui luoghi di lavoro,
nelle case, nelle scuole, nelle associazioni, mandando avanti la
baracca. E iniziano ad interessarsi della cosa pubblica con passione
e preoccupazione crescente. E' tempo di farsi avanti.
3)
Dotare il popolo sovrano di strumenti idonei a controllare
l'operato di una nuova classe dirigente, per evitarne la
degenerazione. L'azione della Pubblica Amministrazione, a tutti i
livelli, deve essere stretta fra due fuochi. Un controllo centrale
garantito da un adeguato potenziamento degli appositi organi, quali
la Corte dei Conti e la magistratura in genere. Un controllo dal
basso da parte della società civile, dotata di strumenti di
partecipazione reale al processo informativo e decisionale. Il
completamento degli strumenti di democrazia diretta e partecipata,
inoltre, è indispensabile a dare contenuto alla sovranità popolare.
La democrazia (governo del popolo) non si può esaurire nel voto.
Richiede non solo che il popolo si interessi e partecipi, ma anche
che sia dotato di strumenti efficaci per correggere la volontà dei
rappresentanti quando questa non corrisponde più ai propri
obiettivi.
4) Consentire allo Stato di riappropriarsi
delle leve di governo dell'economia per rilanciare l'occupazione e
l'economia reale, per ripristinare un livello accettabile nei servizi
sociali, per attuare una riforma fiscale che faccia pagare le tasse a
chi può permetterselo, per rimettere la dignità della persona umana
al primo posto di qualsiasi agenda politica.
Oggi
i trattati internazionali - che non ci sono stati illustrati - hanno
consegnato queste leve di governo direttamente ai mercati finanziari.
Non, come ci hanno lasciato intendere (o a qualcuno sperare), all'Unione Europea.
Lo vedremo in dettaglio. Ci viene richiesto di accettare l'idea che
per diventare competitivi dobbiamo rinunciare ad un salario
dignitoso, alla piena occupazione, alla stabilità del lavoro, alla
pensione, ai servizi pubblici. Per questo hanno sottratto allo Stato
il potere di controllare l'emissione della moneta, prima, la gestione
fiscale, poi. Non saremo più efficienti ma solo più poveri. Tutto
questo è sfacciatamente fatto nell'interesse del grande capitale
internazionale e privato, non certo nel nostro. Ci fanno credere che
tutto ciò che è pubblico debba necessariamente essere corrotto e
inefficiente, solo per giustificare il passaggio ai privati delle
leve di governo dell'economia, delle risorse pubbliche e della
gestione dei servizi pubblici. Come se non fosse intrinsecamente
evidente la contraddizione fra l'interesse privato a fare un profitto
in un mondo dominato dalla competizione e quindi dalla necessità di
abbattere i costi, e l'interesse pubblico ad avere un servizio di
qualità dignitosa, a difendere la dignità della persona umana ben
al di sopra dell'interesse al profitto economico privato. Confuso con
la libertà. Nel mondo della produzione serve una rivoluzione delle
tipologie contrattuali!
5) Ristrutturare il sistema
finanziario e produttivo per far convivere in un sano equilibrio la
libertà di iniziativa economica di dimensione medio piccola, da una
parte, con il controllo pubblico sulla grande dimensione aziendale,
dall'altra, rendendo la produzione eco compatibile con l'unico
pianeta che abbiamo a disposizione.
La
concentrazione del potere economico nelle aziende multinazionali è
alla radice della demolizione dello stato sociale, della protezione
del lavoro, della salvaguardia dell'ambiente. Il potere economico,
quando diviene più forte del potere degli stati, corrompe tutto.
Inevitabilmente. Corrompe la politica, il sistema informativo, la
ricerca scientifica ed universitaria, il sistema dei controlli.
Corrompe la democrazia. E' questo potere che ci chiede di cedere la
nostra sovranità: sa che la democrazia è il suo più potente
nemico. Deve abbatterla, assieme alla nostra libertà ed alla nostra
dignità, per poter continuare a prosperare.
Lo strumento che
viene usato per ricattarci, moralmente e materialmente, imponendoci
scelte sbagliate e controproducenti, è il debito pubblico. Per la
sua gestione va salvaguardato e non svenduto il patrimonio pubblico;
deve essere limitato il ricorso al debito estero; deve essere
razionalizzata e non solo tagliata la spesa; deve essere usata la
leva monetaria in maniera intelligente e sussidiaria nei momenti di
tensione.
Sta a noi impegnarci in prima persona per difenderla, la democrazia, assieme alla nostra libertà ed alla prospettiva di un futuro migliore. Molti, troppi, sperano ancora di poter essere liberati da qualche salvatore della patria, novello o rigenerato. Ma nessuno si occuperà mai gratuitamente dei nostri interessi, se non siamo disposti a farlo noi stessi. Chi ci promette salvezza e lo fa chiedendo fiducia, e non partecipazione, è disposto a tradirci. La storia ci sia da maestra.
La democrazia è possibile, è migliore, è persino semplice se le dedichiamo un po' delle nostre attenzioni ed energie. Ma pretende l'impegno e la partecipazione di molti, ognuno secondo le proprie capacità e competenze. Costruiamola insieme un Italia migliore, in grado di tornare ad essere faro di civiltà nel mondo, non più zimbello, esempio di malcostume, terra di scorribanda di invasori stranieri.
va all'Introduzione
Le tue argomentazioni, oltre che sacrosante e condivisibili, sono anche facilmente verificabili nelle notizie di tutti i giorni. E' giunto il momento di contribuire fattivamente in prima persona, con la sola condizione dell'Onestà e del Disinteresse (non a caso scritti con l'iniziale maiuscola) al fine di riappropriarci della gestione e del controllo della cosa pubblica, e della vigilanza critica, responsabile e costruttiva delle scelte della politica. Riaffermiamo la sovranità Nazionale, Riaffermiamo i diritti dei cittadini, dei lavoratori, delle classi più deboli (anziani, malati, bambini), combattiamo il clientelismo, la corruzione, il malgoverno, gli sprechi ed il privilegio, dando forza agli organismi di controllo. Contribuiamo alla semplificazione delle leggi e delle norme che ostacolano da sempre chi dall'amministrazione deve avere indietro qualcosa. Riprendiamoci la nostra dignità di ITALIANI.
RispondiEliminaLuca SCIORTINO
certo Luca
RispondiEliminaper renderlo possibile è necessario che la consapevolezza cresca, e di molto, nel paese
troppe persone sono informate e influenzate esclusivamente dai canali ufficiali
scopo di questo lavoro è di stimolare la voglia di andare oltre, favorire la curiosità sugli aspetti del diritto, dell'economia e della finanza che vengono ignorati o distorti dall'informazione ufficiale
Avviso ai naviganti
RispondiEliminail post era troppo lungo e così lo spezzetto un po'
qui rimane la Premessa
l'Introduzione la metto in post separati, sperando che il tutto risulti più digeribile