Rileggiamo
la realtà, impegniamoci a modificarla
A
questo punto abbiamo un quadro sufficiente a rileggere con occhi un
po' più disincantati la "rappresentazione" della realtà
che ci viene proposta dal sistema mediatico e dal triste teatrino
della politica, rammentando che TV e giornali nel nostro paese non
sono né liberi né indipendenti: hanno padroni e datori di
lavoro a cui rispondere.
Abbiamo
capito che la corruzione è una idrovora ben più grande dei tanto
decantati "costi della politica". Ci ha reso vulnerabili
alle pretese assurde di qualcuno che, approfittando dei nostri sensi
di colpa, delle nostre paure, della pochezza della nostra classe
politica dirigente, si è impossessato delle istituzioni pubbliche e
del sistema mediatico che seleziona e manipola le informazioni. A
livello internazionale, si è impossessato di tutte le istituzioni
che, negli stati come nell'Unione Europea, gestiscono e disciplinano
i mercati e i movimenti finanziari che contano. Con questo potere, ci
sta spingendo inesorabilmente verso scelte suicide e controproducenti
di una gravità inaudita e inaccettabile.
La
democrazia, come la conosciamo (o, meglio, come l’abbiamo
immaginata), è decisamente a rischio.
Non
dobbiamo pensare a signori incappucciati che si riuniscono in luoghi
oscuri per tessere piani di dominio del mondo. Si riuniscono nelle
Istituzioni. Usano le leggi. Ci confondono le idee (grazie al sistema
mediatico) ma fanno le cose sotto i nostri occhi.
Monti
ha fatto esattamente quello che aveva annunciato. Stupidi noi a
credere che ci avrebbe salvato: ci ha spinto ancora di più nel
baratro. I numeri li abbiamo davanti agli occhi ma ci rifiutiamo di
vederli... Stupidi noi a pensare - o, meglio, a sperare e ad
illuderci - che questi sacrifici potranno farci espiare colpe che non
abbiamo. La manipolazione del consenso che si ottiene utilizzando il
sistema mediatico è sconcertante.
I
principi del neoliberismo e la forma attuale dell'Unione Europea non
li abbiamo scelti in maniera democratica e trasparente. Ce li hanno
fatti accettare con l'inganno. In momenti di crisi e con la mancanza
di trasparenza. Sostanzialmente non ci hanno mai fatto capire cosa
stesse succedendo. Mai è stato pubblicamente discusso con la dovuta
attenzione il contenuto di certe leggi e dei Trattati. Tutto scritto
in maniera illeggibile.
E'
necessario leggere e studiare, per capire (lo faremo insieme).
C’è
stata una terribile accelerazione negli ultimi due anni. Sono state
prese decisioni politiche importanti che hanno peggiorato le
prospettive future. Favorite dalla crisi, dalla paura, dalla
manipolazione delle informazioni e dai ricatti, le scelte sono
sostanzialmente indirizzate a far pagare ai cittadini i danni
prodotti dal sistema finanziario. I recenti trattati internazionali
(Fiscal Compact, MES) hanno ceduto la nostra sovranità, quella che
appartiene al popolo. Hanno prodotto istituzioni in grado di
decidere, di fatto, in maniera quanto più lontana si riesca ad
immaginare da ogni possibilità di controllo democratico. Le
politiche di austerità, le riforme del mercato del lavoro, delle
pensioni, i tagli ai servizi sociali, risultano sempre più lontane
dagli interessi dei cittadini, e sempre più vicine - oggettivamente
- agli interessi del grande capitale finanziario internazionale.
Ma
non è tempo di slogan. Dobbiamo
documentare e conoscere.
Capire bene per poter reagire in maniera ragionata ed efficace.
Ho
sperato, in questo ultimo anno, di poter dare in qualche modo un
contributo personale alla costruzione di un proposta politica
alternativa. Ho sbagliato tempi e modi pur avendo provato modi e
realtà diverse. Triste ammetterlo, ma ho profondamente sbagliato. I
tempi non sono maturi (e non lo sono io, evidentemente). Ho
drammaticamente sotto stimato il livello del danno che è stato
prodotto alla nostra capacità critica collettiva dalla sistematica
disinformazione e dalla manipolazione mediatica: ci rifiutiamo di
ammettere che ciò che abbiamo sotto gli occhi possa essere vero.
Libertà
e responsabilità sono due facce della stessa medaglia.
Continuiamo
a sperare di essere salvati (da Monti ? da Grillo? da Ingroia? da
Bersani? perfino da Berlusconi... !) e non abbiamo ancora capito che
nessuno lo farà se non accetteremo l'idea che ognuno di noi è
responsabile, personalmente e direttamente, dei nostri destini
comuni.
Un
enorme scetticismo e diffidenza reciproca caratterizza i rapporti
personali appena si usa la terribile parola: "politica".
Le
persone per bene si ritraggono. Prevalgono gli arroganti, i
prepotenti. Le persone decise, indipendentemente dalla validità
delle proposte.
Siamo
un popolo spaventato, sconcertato. Ci sentiamo presi in giro.
Annusiamo la fregatura, ma ci rifiutiamo di ammettere che certe
mostruosità possano essere vere. Eppure la mafia uccide, lo sappiamo
tutti che ha la capacità di sciogliere i bambini nell’acido.
Questa è la natura umana. E’ la stessa spietata freddezza di chi
prende, su altri tavoli, altre decisioni, non meno spietate.
Consapevole dei sacrifici umani che queste decisioni comportano. Non
sono forse sacrifici umani i suicidi dei lavoratori licenziati e
senza pensione; quelli degli imprenditori che devono chiudere le
aziende grazie alla sottrazione del credito all'economia reale; dei
pensionati senza assistenza e possibilità di sopravvivere; dei
giovani senza futuro e senza speranze, Illusi prima da un’abbondanza
mai così elevata nella storia e delusi, poi, dalla criminale
mancanza di prospettive che questa società imbarbarita offre loro?
La
mente umana ha una capacità sconvolgente di illudersi, di vedere
cose che non ci sono.
E’ un meccanismo semplice, ormai noto. Quante volte ci sarà
capitato di vedere una immagine incompleta, abbozzata, di fissarla
per un po’... chiudere gli occhi.. riaprirli... e vedere cose che
non c’erano. Immensamente più belle dei disegni senza senso che
avevamo sotto gli occhi. Oppure, se siamo spaventati o preoccupati,
di vedere cose immensamente più orribili e mostruose negli stessi
disegni.
Ecco:
c’è chi questa predisposizione della nostra mente la conosce molto
bene, e la usa. La usa per i suoi scopi, non certo per il nostro
diletto.
La
dimensione del potere economico è cresciuta talmente negli ultimi
decenni che non possiamo non vederne e accettarne gli effetti. Il
potere politico è un nano di fronte al gigante del potere economico.
La dimensione delle aziende multinazionali è diventata
sproporzionata perfino nei confronti degli stati. La sola Apple ha
più liquidità del Tesoro degli Usa, lo stato più ricco del mondo.
La dimensione della finanza, attraverso l’uso dei derivati, ha
raggiunto una cifra che è pari a sessanta volte il PIL mondiale.
Ora
che il castello di carta rischia di crollare, sotto le critiche che
si accumulano giorno dopo giorno perfino sul Financial Time, che
della finanza è sempre stato il tempio, vogliamo forse stupirci del
fatto che qualcuno, prima di perdere tutto, sia piuttosto disposto a
sciogliere nell’acido la democrazia, lo stato sociale.. e qualche
bambino?
Lo
sappiamo benissimo che il potere attrae. Attira anche se non sono
ancora chiare le idee su come usarlo. Diventa irresistibile quando
l’intera cultura della legalità, della giustizia, della moralità
è stata derisa, demolita, vilipesa, stracciata da oltre trent’anni
di diseducazione collettiva operata da un sistema mediatico che da
quel potere economico dipende, fino all’ultimo centesimo.
Non
sono maturi i tempi per costruire l’alternativa perché il quadro
della situazione nella quale siamo caduti non è affatto chiaro alla
stragrande maggioranza del paese. Anzi, dell’umanità. Le classi
politiche dirigenti attuali non ci salveranno. I movimenti nati più
o meno spontaneamente in quest’anno non hanno avuto la capacità o
la possibilità di aggregarsi. Non ci sarà una soluzione
soddisfacente nella prossima scheda elettorale, almeno che io veda.
Sarei felicissimo di sbagliarmi e non intendo influenzare nessuno.
Ma
voglio dedicare tempo ed energie ad un obiettivo diverso. Più
faticoso ma di respiro meno affannato. Provare,
insieme a chiunque sia disposto a partecipare, a cercare di
rivitalizzare la nostra capacità critica collettiva; solleticare la
voglia di conoscenza, di approfondimento, di comprensione della
realtà che ci circonda.
Non
possiamo accontentarci di una conoscenza superficiale. O resteremo
schiavi, Schiavi della nostra ignoranza. E' faticoso studiare,
confrontarci, ascoltarci, rispettarci. Ma non c'è scorciatoia, per
la democrazia.
Studiare
le carte, le leggi, i trattati, rivedere e approfondire le
nostre conoscenze in materia economica. Sto rafforzando anche dal
punto di vista teorico quello che è il frutto di una conoscenza
essenzialmente pratica, sviluppata in venticinque anni di lavoro sui
mercati finanziari. Perché è li il grande inganno. Li la nuova
religione che ci viene proposta sotto forma di dogmi che non devono
essere dimostrati e non possono essere criticati. Inculcati nella
nostra mente da trent’anni di mantra televisivi.
Ci
hanno fatto accettare, inconsciamente, l’idea che la politica possa
e debba obbedire a leggi economiche. Che queste leggi siano oscure,
riservate ai suoi sacerdoti.
La
difesa della democrazia e della libertà non si fa sulle barricate.
Non solo, almeno.
Questa
è la vera rivoluzione: quella della conoscenza; quella di provare a
rimettere, con lucidità, le cose al loro posto. La dignità della
persona umana al di sopra degli interessi dei mercati. La solidarietà
al di sopra della competizione. La sostenibilità ambientale al di
sopra delle esigenze sfrenate di crescita. La politica al di sopra
dell'economia.
Per
desiderare di farla, una rivoluzione culturale e morale, abbiamo un
impellente bisogno di trovare la forza e il coraggio di aprire gli
occhi, ma insieme. Nessuno può essere solo in questo sforzo, perché
da soli non si va da nessuna parte.
Voglio
raccogliere le riflessioni fatte in quest’anno e gli scritti
pubblicati qua e la su internet - essenzialmente su facebook
e su blog di amici - in questo nuovo lavoro, sistematico, finalizzato
a questo bisogno di verità. Per condividerle. Per confrontarle con
la visione e l’esperienza e la conoscenza dei tanti amici con i
quali ho interagito in questi mesi (a volte litigando, a volte
crescendo insieme, come è normale che avvenga). Per raccogliere
suggerimenti, critiche costruttive, mettere insieme i mille
arricchimenti che solo l’intelligenza collettiva può offrire.
Certo Guido. Ma è indispensabile preparare, anche attraverso il blog, "comunicatori" fuori rete,che dovranno agire quotidianamente, senza dover riempire piazze o affittare sale e mandare inviti per radunare gente che poi se ne va. Da etnologa dico che occorre insegnare/imparare il "lavoro sul campo". Ieri ho "chiacchierato"/dialogato per più di 1h in una pasticceria, e quando me ne sono uscita, si erano appuntati il link del blog e altri, e mi hanno stretto la mano : "rivediamoci, insieme ce la facciamo". E, Guido, lo sai che queste elezioni ci consegneranno un parlamento ingovernabile. Sai che al massimo tra un anno dovremo tornare a votare (se ci andrà bene!). Allora dovremo essere pronti. Allora dovrai essere pronto anche tu. E convinto: l'antropologia sociale ha tanto da dire sull'esercizio del potere.
RispondiEliminaDurerà poco, il prossimo Parlamento e sarà usato per avallare scelte che conosciamo. Continuerà la politica di compressione dei salari, verrà svenduto il patrimonio pubblico, verrà favorito l'ingresso di capitali esteri che ci renderanno sempre più dipendenti e poveri.
RispondiEliminaLa cosa importante è che anche al di fuori del nostro paese si inizia a capire che il modello dell'Unione Europea concepita per tutelare gli interessi della finanza e dei paesi più furbi, non è sostenibile: scricchiola forte.
Non siamo soli.
Lidia è una grande donna, ho il privilegio di averla conosciuta a Mantova, e di scambiare spesso qualche mail con lei. Benvengano tutte le sinergie (fra pasticcerie, blog, e quant'altro) pur di intaccare il potere dei nostri tele-ipnotizzatori!
RispondiEliminaMa tu dici bene, Guido: ancor più della cortina fumogena stesa dai media, può il nostro rifiuto mentale a credere che pochi globocrati in doppio petto sciolgano nell'acido miliardi di persone, sotto i nostri occhi...
Eppure pochi ma autorevolissimi autori lo sanno, da sempre. Volete qualche citazione? Eccola:
- “La difficoltà non sta nelle nuove idee qui esposte, ma nel sottrarsi alle vecchie idee che sono radicate in ogni angolo delle nostre menti”, John Maynard Keynes, 1936.
- "E' un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perchè se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina", Henry Ford, 1922.
- “Negli scritti sulla moneta, la complessità viene creata per mascherare la verità, non per rivelarla... Il modo in cui le banche creano moneta è così semplice, che la mente lo rigetta”, John Kenneth Galbraith, 1975.
....
aggiungo J.K. Glbraith, l'Età dell'incertezza: "la gente possiede una non sradicabile tendenza a proteggere quello che ha, a giustificare quello che vuole avere.E la sua tendenza è di considerare giuste le idee che servono a tale scopo"
EliminaLidia ha iniziato a collaborare col blog da pochi giorni, sul tema della democrazia. Tema sul quale abbiamo le idee assai confuse
qui c'è il primo articolo:
http://tallonedachille.blogspot.it/p/dallamica-lidia-beduschidemocrazia-vo.html