Michele
è mio Figlio
è il Figlio
di ognuno di Noi
Mi ricorda che il mio Libero Arbitrio è la mia Responsabilità.
Mi pone domande, e pretende risposte:
ci credo davvero che in ogni essere umano c’è un altro me stesso?
Se dovessi scoprire che il diritto a un’esistenza libera e dignitosa è negato agli Ultimi della Terra
Mi pone domande, e pretende risposte:
ci credo davvero che in ogni essere umano c’è un altro me stesso?
Se dovessi scoprire che il diritto a un’esistenza libera e dignitosa è negato agli Ultimi della Terra
solo per concedere a me, il mio benessere materiale; saprei
rinunciarci?
Ho trascorso una vita a cercare scuse per non rispondere.
Oggi lo so, e ringrazio Michele
L’unico ostacolo che si frappone fra la schiavitù, la povertà,
l’umiliazione degli Ultimi della Terra
e il Paradiso Terrestre
È il mio egoismo
I politici di professione che hanno reso inaccettabile il futuro delle nuove generazioni
non sono solo corrotti:
ci hanno ingannato
ci “raccontavano” l’Europa dei popoli, costruivano l’Europa delle banche
ci hanno tolto il lavoro, la pensione, la scuola, gli ospedali, la giustizia sociale
svendono le ricchezze dei nostri Padri e la nostra Sovranità.
ci “raccontavano” l’Europa dei popoli, costruivano l’Europa delle banche
ci hanno tolto il lavoro, la pensione, la scuola, gli ospedali, la giustizia sociale
svendono le ricchezze dei nostri Padri e la nostra Sovranità.
Tutto, in cambio di
due principi che non erano scritti nella nostra Costituzione
LA STABILITA’ DELLA MONETA e L’ ELEVATA COMPETIZIONE
LA STABILITA’ DELLA MONETA e L’ ELEVATA COMPETIZIONE
Su questi principi, e
non altri,
poggia lo strapotere
delle banche e delle multinazionali, dei ricchi e dei potenti, italiani e
stranieri
mentre il Popolo
Italiano, sotto i nostri occhi, si impoverisce.
Sono principi
scolpiti nei Trattati, sono i pilastri su cui è costruita l’Unione Europea
La Libertà che ci è
stata tolta, la Dignità, la Responsabilità del futuro nostro e dei nostri figli
ce le dobbiamo riprendere, dipende da Noi
ce le dobbiamo riprendere, dipende da Noi
dal Libero Arbitrio
di ognuno di Noi
Puoi scegliere
se rimanere davanti
alla TV, a lasciarti convincere che è proprio vero :
che come esci di casa
c’è un terrorista che ti vuole uccidere
che per andare più
veloci si deve tirare il freno
che il lavoro
flessibile creerà più lavoro, un lavoro migliore
che comprare proprio
quel prodotto lì, sfavillante nelle TV, è la strada per la felicità
che la povertà si
sconfigge e il debito si riduce diventando più competitivi e obbedendo ai
mercati
“ / “
oppure spegnere la
TV, e uscire di casa
nelle strade, nelle
piazze, nei luoghi d’incontro
per scoprire che non
sei solo
e che tanti,
tantissimi, esattamente come te, pensano che siano tutte sciocchezze.
Per raccontarlo a
tutti che quello che vedi non ti piace, non lo vuoi più tollerare
che sei stufo di
comprare cose che non servono a nulla e che dopo finiscono in una discarica
che la povertà si
sconfigge diventando più generosi, meno egoisti
che hai scelto la
solidarietà
che un altro mondo è possibile e cambiando noi
stessi, e solo cambiando noi stessi, cambierà il mondo
Istruzioni per
l’uso
Le parole le scelgo con cura, leggile con attenzione. Siamo
stati abituati a dimenticare il significato delle parole.
Questo libro indica una soluzione. Se la vuoi solo “leggere”, puoi saltare
all’ultima pagina. Non la capirai. Se non superficialmente.
Se la vuoi capire nel profondo, puoi scegliere di camminare insieme, lungo il
cammino che analizza i problemi. Quelli in superficie e quelli sotto la
superficie. Quelli fuori di noi e quelli dentro di noi. Appare complicato,
perché siamo confusi, perché ci hanno confuso, sulle cose importanti e quelle
meno importanti. Proviamo a fare chiarezza.
Se ci manca l’informazione corretta, Non possiamo fare scelte consapevoli. Alla
fine ci sentiamo confusi, e lasciamo scegliere agli altri. E gli altri, i
potenti, che non aspettano altro, ci
fregano. Capita a tutti Noi.
Perché se abbiamo studiato e capito,
sapremo cosa fare. E allora lo troviamo, il coraggio di fare.
Ci sono ragioni precise per cui le aziende chiudono; il numero dei poveri
cresce; la ricchezza di otto persone nel mondo supera quella di metà
dell’intera popolazione mondiale. Ed altre
ragioni, ancora più precise e “tecniche”,
che impediscono,
Meccanicamente, ai nostri
politici, di togliere ai ricchi per dare ai poveri.
Capire, è solo il primo dei nostri doveri.
Avevo cominciato, sei anni fa, a scrivere di economia e di finanza, con grande
preoccupazione, su un blog: Il Tallone d’Achille. Ero convinto, ingenuamente,
ma non ero il solo, che se sveli certi “misteri” e il Re appare nudo, tutti lo
vedono e agiscono di conseguenza. Ero
convinto che il tallone d’Achille del
Potere potesse coincidere con la consapevolezza diffusa. La nostra
consapevolezza. Quando ho cominciato a rendermi conto che il velo non è sulle
spalle del Re, ma dentro i nostri occhi, e che se non vuoi vedere è inutile che qualcuno ti sbatta la realtà sotto il
naso, ho prima cominciato a scrivere in maniera più angosciata, poi mi sono
proprio fermato.
Moltissimo è cambiato nell’atteggiamento delle persone e delle comunità, in
questi pochissimi anni. Una cosa per tutte : non riuscivamo neppure ad
indignarci, collettivamente parlando, perché sembrava che tutto potesse
durare ; forse, miracolosamente, perfino migliorare. Oggi lo sanno anche i sassi che le cose
precipitano, non migliorano, senza una buona sterzata. Persone e comunità hanno
smesso di sperare. Sono, letteralmente, alla “disperata” ricerca di soluzioni a
problemi che appaiono enormi.
Per questo torno alla carica, con maggior convinzione di
prima, un bel po’ di esperienza in più, tante conoscenze che mi hanno
arricchito e, soprattutto, rafforzato da un’altra convinzione. I guasti, già
previsti allora, quali conseguenze di azioni che, Meccanicamente e
Potentemente, li avrebbero certamente prodotti,
si sono verificati, puntualmente. Sono talmente devastanti che … attenzione, attenzione, qualcosa di importante
sta per accadere. Comunque.
Se ci ragioniamo sopra, se ci confrontiamo e ci aiutiamo nella comprensione dei
problemi e delle loro cause, ma anche sulle diverse possibilità che, sempre, si
aprono e si offrono a Noi, nei momenti “di svolta epocale”, allora è possibile,
con il nostro impegno, indirizzare nella direzione che ci piace, questo nuovo che arriva. E tanto più è vero che “ci piace”, perché
risponde ai nostri bisogni profondi, ai bisogni reali, ai bisogni di tutti, ai
bisogni condivisi; più aumentano le possibilità che il cambiamento vada davvero
nella direzione che abbiamo scelto.
Se siamo distratti, sfiduciati, non
disponibili, una cosa è certa: il cambiamento arriverà comunque, altri lo
avranno indirizzato.
Oggi, perfino le elite americane hanno capito che il capitalismo finanziario di
rapina non può durare. Quello che crea la “ricchezza” dal nulla, facendo soldi
con i soldi usando titoli e derivati, e poi usa la crisi economica per
trasformare questa ricchezza fasulla nei beni reali degli Stati, delle aziende,
delle famiglie, piegati dalla crisi. Lo scrive nelle sue riviste più
prestigiose, che gli interessi delle
Comunità Nazionali non li puoi solo calpestare; che è venuto il tempo di
rispettarli, se vogliamo evitare il peggio.
Oggi, perfino la Commissione europea inserisce nel suo Libro Bianco, fra gli
scenari possibili che devono ridisegnare l’Unione europea, da qui al 2025,
l’ipotesi di un bel passo indietro, da questa Europa delle banche.
Perfino i Maya ci avevano avvisato che nel 2012 sarebbe iniziata una nuova era.
Non è forse nel 2012 che è esplosa la crisi in tutta la sua gravità? E’ da
allora che l’immaginario collettivo, almeno in Italia (ma forse l'Italia ha una missione) ha smesso di illudersi. Abbiamo iniziato a
capire che il futuro dei nostri figli non sarebbe stato roseo, come avevamo
promesso loro, ma incerto e drammatico. Abbiamo iniziato a “sentire”, dentro di
noi, che è necessario “fare qualcosa” per invertire la rotta.
Ora siamo spaventati e confusi, perché non sappiamo bene come uscirne e,
soprattutto, perché non sappiamo bene di chi fidarci. Ma la risposta è a
portata di mano: di Noi dobbiamo fidarci. Non è tempo di delega in bianco.
Fuori dalla televisione, fuori dai talk show che fanno della politica uno
squallido spettacolo della chiacchiera, che non si può più sentire; che ci
vuole far credere che non c’è soluzione e dobbiamo quindi solo rassegnarci; ci
siamo noi, con le nostre capacità e una immensa voglia di fare.
Michele, nostro figlio Michele, ci mette di fronte alla nostra Responsabilità:
nudi, di fronte al nostro Libero Arbitrio. Non dovevamo lasciarglielo, un mondo
incapace di accogliere. Non lo dobbiamo lasciare mai più ai nostri figli.
C’è fermento, nella società civile; nelle associazioni, nei comitati, nelle
federazioni di comitati, nelle infinite forme di aggregazione che si “occupano
di Politica” e si danno da fare, non si danno pace e studiano e propongono e si
confrontano e ci invitano a partecipare. Da tempo si ragiona sulle cose da
fare. Ne ho frequentate tantissime, in questi anni, ascoltando e osservando.
Ed ho toccato con mano una cosa
stupenda: le cose che desideriamo veramente, noi persone normali, noi esseri
umani, sono semplici, sono poche, e sono quasi sempre le stesse.
Vogliamo vivere in pace; vogliamo un’esistenza libera e dignitosa;
vogliamo sentirci al sicuro; abbiamo
un immenso bisogno di condividere, di
non sentirci soli; vogliamo che siano
riconosciute le nostre identità e che
siano apprezzate: la nostra identità individuale, perfino la nostra identità nazionale.
Sono bisogni profondi, molto profondi e non dobbiamo più
ignorarli. Sono radicati nella nostra storia, nella nostra cultura, nella
nostra lingua, nel nostro dna. L’organizzazione politica, sociale ed economica
attuale, ignora e calpesta, dal primo all’ultimo, esattamente tutti questi
nostri bisogni fondamentali. Per questo stiamo male.
Esistono soluzioni di Politica economica e sociale che rispettano questi
bisogni, e soluzioni che li ignorano.
Abbiamo “lasciato i mercati liberi di fare”, abbiamo demolito la responsabilità
della Politica Economica, ed i mercati hanno fatto l’unica cosa nella quale
sono veramente, drammaticamente, squisitamente efficienti: hanno accumulato
profitti privati. Sono per pochi, i profitti privati: tolgono a tutti. Per
accumulare profitti, per fare l’unica cosa che sanno fare, i mercati hanno
bisogno, letteralmente bisogno, di calpestare i nostri bisogni più
profondi. Fra i diritti del capitale, ed
i diritti delle persone, abbiamo premiato i diritti del capitale. Ora stiamo
male.
E’ ora di riprenderci le nostre responsabilità, di governare l’economia, di
recuperare il senso della politica, di impegnarci di persona. Tutti, non uno,
non pochi.
Per farlo, dobbiamo sgombrare il campo dalla profonda confusione che è stata
creata, ad arte, nel nostro immaginario collettivo. Dobbiamo smontare una serie
di false credenze che ci accompagnano, senza che ce ne rendiamo conto, verso
soluzioni sbagliate, che premiano interessi di altri. Di quelli che investono
decenni e miliardi per creare questa confusione, e accumulano ricchezze e
potere. Ci fanno star male.
E’ per questo che mi permetto di
toccare, allora, le mie e le vostre corde, le nostre emozioni. Desidero
anche, rispettosamente, farvi arrabbiare e indignare, spero senza mai
offendere, perché l’indignazione permette di aprire gli occhi, e risveglia la
nostra voglia di fare.
Ma dobbiamo anche dominarle, subito dopo, le emozioni; perché impediscono di
usare la ragione.
Per questo uso molta punteggiatura : virgole, punti e virgole, punti,
parentesi, trattini per incisi, puntini di sospensione, lascio spazi vuoti fra
le frasi … intenzionalmente ! Non voglio
che la lettura “scorra”.
Naturalmente, non ho nessuna verità da rivelare. Solo esperienza e
ricerca. Ho scritto per facilitare quelli come me che cambiano idea, che sono
alla ricerca, che sono disposti a mettersi in discussione. A loro offro la mia
esperienza, da loro ho imparato.
Se una parola o una frase è scritta in
grassetto, sottolineata, in
corsivo, insomma, evidenziata in qualunque maniera : fermatevi e
rileggetela. Tutta la comunicazione, oggi, vuole “scorrere”, velocemente;
troppo velocemente. E vuole “emozionarci”.
Non vuole che ci fermiamo a confrontare l’informazione appena ricevuta con la nostra esperienza. E’ roba, la
riflessione, che richiede un attimo di tempo e di pace. Pensate ai TG che ci
rifilano notizie flash, magari corredate da immagini violente e,
contemporaneamente, lasciano scorrere altre notizie, che non c’entrano nulla
con le immagini ma neppure con le cose che il conduttore ci sta dicendo,
proprio li sotto. E’ “il bello della diretta”: una gran fregatura. E il
cervello, poveretto, il nostro cervello, non sa più a chi dar retta. Questa
modalità, è studiata scientificamente per accompagnarci verso scelte fatte da
altri, che non avremmo mai accettato se solo avessimo avuto modo e tempo di
riflettere. Viviamo in un mondo che
impiega DECENNI E MILIARDI per costruire nell’immaginario
collettivo alcune pericolose illusioni. Distorcendo l’uso delle parole.
Perché le parole, usate a dovere, cambiano la realtà. Le parole sono pietre. Le
parole sono incantesimi; potenti incantesimi. Vediamo bianco quello che è
nero. E’ impossibile - materialmente
impossibile - smascherare certe illusioni in un giorno. Io ci ho messo
sessantadue anni a capire certe cose che, appena ieri, mi sembravano molto
diverse.
La Politica Economica, in particolare, la conosciamo solo
attraverso questo “immaginario collettivo”, molto confuso. Roba da tecnici.
Accettiamo scelte inaccettabili solo per questo motivo: non le capiamo.
Allora, facciamo un patto : io mi sforzo di scrivere pochi concetti che -
secondo la mia opinione - sono
importanti. Lo faccio nel modo più
chiaro di cui sono capace. Voi leggete con calma. Anche poche frasi al giorno.
E quando siete indignati, per cortesia, smettete di leggere. Riflettiamoci su
(la riflessione è uno scambio : un rimbalzare di energia). E’ IMPORTANTE. Ci vuole il tempo per indignarsi. Dopo, il
tempo, molto più lungo, ma molto più importante, per usare la ragione. E decidere!
Ricordandoci sempre che la Ragione, senza Spirito, è dei fessi.
Meno di duecento pagine su questo
Cammino, ma scritte larghe, per capire; alla ricerca di una via d’uscita.
Semplici sono le cose di cui abbiamo
veramente bisogno. Vogliamo amare ed essere amati.
Perfino i potenti del mondo fanno quello che fanno solo perché si illudono di
compensare con ricchezze e potere, la loro mancanza d’amore. Sete insaziabile.
Aiutiamoli a capirlo, smetteranno di rovinarci l’esistenza.
Già Adam Smith, agli albori del capitalismo, li chiamava “i padroni del mondo”
e li individuava nei ricchi mercanti e capitani dei grossi conglomerati
industriali. Talmente avidi e ricchi e potenti da non sapersi mai
accontentare. Il loro motto è : “tutto
per noi, niente per gli altri”. Per prendersi tutto, sono disposti a toglierci
tutto. E lo stanno facendo. Ma non sono felici mentre lo fanno. Questo lo
dobbiamo sapere.
Ci sono sempre stati, nella storia, i potenti del mondo, anche prima del
capitalismo. Un tempo usavano la spada e il fucile (e ancora lo fanno in troppi
posti nel mondo).
Oggi, nei paesi “civili”, “democratici”, usano
un’arma molto più sottile e perversa:
manipolano le informazioni, le nostre coscienze, estorcono il nostro
consenso. Le guerre, le fanno altrove, per “esportare democrazia e civiltà”.
L’inganno della ragione passa per un uso distorto e infinitamente ripetuto
di alcune parole e concetti “chiave”. Se prima non li “smontiamo”, non capiremo
mai “cosa fare” o, peggio ancora : faremo la cosa sbagliata.
La confusione : essere migliori /
essere ricchi; competere / collaborare; crescere / distribuire; economia / finanza. Ed altre ancora.
Dobbiamo riuscire a “vedere” e “capire” che la Povertà non è un castigo divino.
E’ conseguenza di scelte politiche sbagliate. La libertà non è il permesso di
fare quello che ci passa per la testa, ma la responsabilità di dare risposte
concrete alle nostre profonde aspirazioni. Non c’è dignità senza libertà.
Dobbiamo anche trovare il coraggio di
ammettere che la povertà esiste solo perché noi, proprio noi, aspiriamo ad
essere ricchi e, per diventare ricchi, tolleriamo che ci siano i poveri.
Un altro mondo è possibile. Basta stabilire le giuste priorità e rimettere
la Giustizia Sociale e perfino l’Amore,
al di sopra della Politica economica per trovare soluzioni che portano,
Meccanicamente e potentemente verso la Solidarietà. Lontano dalla Povertà. Nel
rispetto perenne della Libertà e della Dignità di tutti.
Vi prego, non storcete il muso quando si
parla di “’amore” in contesti politici, sociali, economici ... è una cosa
bella, è potente. Non ha nulla a che fare con la religione e la metafisica. E’
molto umana e ne abbiamo un profondo bisogno per riuscire ad avviarci verso la
soluzione giusta. Amore, in politica ed in economia, è SOLIDARIETA’.
Mia madre me lo ha spiegato e trasmesso in maniera profonda : Amore, Giustizia
e Verità, vivono l’uno dell’altra. Ci siamo lasciati ingannare dalle lusinghe
del dio denaro, e abbiamo finito per vivere in un mondo senza amore, senza
giustizia, senza verità.
Toccare con mano quanto sia vero che il denaro non ha valore, si crea dal
nulla, senza limiti e senza costi, ci aiuterà ad uccidere il mostro. A liberare
la nostra voglia di vivere.
Avremmo dovuto accogliere Michele con Amore, in una società Solidale,
con tutta la sua Sensibilità.
Non la sappiamo più apprezzare, la Sensibilità; anzi, la bolliamo come
debolezza. Non sappiamo riconoscere la Dignità, che ci mette in imbarazzo. Ci
spaventa, il Libero Arbitrio.
Cambiare i nostri desideri, le nostre scelte, le nostre azioni, apre la strada
verso un mondo diverso. Viviamo in una società che rifiuta, ed espelle, i
migliori fra noi. Abbiamo il dovere di cambiarla. Non possiamo più fare finta
di niente. E i tempi sono maturi.
Mi sembra il modo migliore per averlo ancora,
ora e sempre, fra noi, nostro Figlio Michele.
INDICE DEI CAPITOLI :
Istruzioni per l’uso
Istruzioni per l’uso
I - I Mercati Finanziari ci consigliano
le Riforme Strutturali
(prima con le buone, poi con le cattive maniere) Ci vogliono bene? Chi sono?
II – La Povertà c’è, e si diffonde. La Ricchezza c’è, e si concentra
(prima con le buone, poi con le cattive maniere) Ci vogliono bene? Chi sono?
II – La Povertà c’è, e si diffonde. La Ricchezza c’è, e si concentra
III – Ricchezza / Povertà (cosa sono)
IV - Competere /
Collaborare
V- Crescere / Distribuire
VI – Economia /
Finanza
VII – Economia
capitalistica / resto del mondo (bella partita!)
VIII - Le Istituzioni dello
Stato. Chi dovrebbero rappresentare. Chi rappresentano
IX – Le Istituzioni dell’Unione
Europea. Chi rappresentano
X - Più Europa : Eurobond, Euro
a due velocità, in cambio di un Governo europeo. 5 scenari / Indipendenza
XI – Cosa fare, ora
Conclusioni
Carissimo Guido, davvero carissimo, con quanta emozione ho letto questa tua "lettera", con quanta speranza e gratitudine. E' bello, bellissimo ritrovarti e ritrovarci. Sai che in me avrai una lettrice attenta, interessata, critica, "ribollente" di idee e domande e proposte.Io ci sono. Ci sono e mi piacerebbe esserci anche "di più". Troverò il modo per dirlo e per farlo. Intanto leggo. E ti abbraccio. Lidia
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCaro Guido, ho cominciato a leggere e nonostante i tuoi tentativi, la lettura scorre e l'indignazione inizia a montare. Spero riusciremo a parlarne di persona e magari incanalare le energie verso un progetto condiviso. Continuo...a presto, Emanuele
RispondiEliminagrazie, Emanuele
EliminaIn genera accade che l'indignazione prenda il sopravvento.
Molte persone preferiscono non sapere.